Cibi ultra processati e dieta mediterranea: chi è il vero alleato dello sport?
L’Italia è la culla della dieta mediterranea, un modello alimentare che promuove uno stile di vita sano e sostenibile. Tuttavia, questa tradizione rischia di essere meno presente sulle nostre tavole, mentre aumenta il consumo di cibi ultra-processati.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il nostro Paese è a rischio per i danni causati da questi alimenti, che contribuiscono a malattie cardiovascolari, tumori e diabete. Il rapporto “Determinanti commerciali delle malattie non trasmissibili” denuncia l’influenza delle grandi industrie, che attraverso appunto azioni commerciali mirate condizionano i consumatori, minando la salute pubblica e ostacolando politiche di prevenzione.
Un esempio emblematico riguarda chi pratica sport, sia a livello agonistico che non, spesso bersaglio di pubblicità che promuovono barrette, snack e polveri proteiche come alternative rapide e salutari. Questi prodotti, però, non appartengono alla dieta mediterranea e, a ben guardare, sono spesso meno nutrienti rispetto alle versioni tradizionali.
La percezione creata dalle campagne pubblicitarie porta adulti, adolescenti e bambini a preferire alimenti ultra-processati, contribuendo a un aumento del rischio di malattie croniche, come evidenziato da uno studio Nutritional Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) su oltre 100mila persone: chi consuma almeno 7 porzioni al giorno di questi prodotti presenta un rischio di mortalità superiore del 4%.
E così, la grande distribuzione o i negozi specializzati propongono barrette e frullati proteici, yogurt con proteine aggiunte, che a leggere bene l’etichetta risultano più poveri di proteine di quelli “classici”. Oppure pane e prodotti da forno arricchiti di proteine estratti da cereali come soia e grano, hamburger vegetali arricchiti di proteine e utilizzati come sostituti della carne, snack, cereali da prima colazione e formaggi proteici, fino addirittura all’acqua aggiunta di proteine.
Ma quanto sono davvero necessari gli alimenti con proteine aggiunte per chi pratica sport? Certamente questi prodotti presentano il vantaggio di essere facili da reperire e consumare, e offrono diverse opzioni per chi desidera un maggior apporto proteico.
L’OMS spiega che occorre far luce “sull’ampia gamma di tattiche che le industrie impiegano per massimizzare i profitti e minare la salute pubblica. Queste pratiche alimentano le disuguaglianze e i tassi di cancro, malattie cardiovascolari e respiratorie croniche e diabete e creano un importante ostacolo alle politiche di prevenzione”. Per questo bisogna sensibilizzare governi, mondo accademico e società civile ad agire “per ridurre l’influenza sproporzionata del settore commerciale nella sfera della politica sanitaria”, dice l’OMS.
E come orientarsi in questa giungla di prodotti, confusi da messaggi fuorvianti? Semplicemente con il buon senso, quello che proprio la dieta mediterranea ci suggerisce per il nostro benessere: prodotti di stagione, freschi e poco lavorati, in netto contrasto con quei cibi che per arrivare sulle nostre tavole subiscono lunghi processi di lavorazione, con aggiunta di dannosi additivi, stabilizzanti, ecc: in una parola ultra processati.