Cosenza, nella nuova sede AIC “Agricoltura 4.0 e Giovani, opportunità per la Calabria”
Con l’attenzione dovuta alle norme sanitarie proprie dell’emergenza pandemica ancora in corso, l’Associazione Italiana Coltivatori ha inaugurato la nuova sede provinciale di Cosenza e rafforzato così la sua radicata presenza nel cosentino, rinnovando l’impegno di alleggerire il carico burocratico agli imprenditori e lavoratori del mondo agricolo che possono in questo modo concentrarsi maggiormente sugli aspetti di produzione e promozione del loro operato.
L’evento, a cui è stato possibile partecipare anche in diretta streaming sul canale facebook dell’associazione, ha raggiunto più di 2000 persone ed è stato ampiamente diffuso dalle principali televisioni e altri media regionali. Questo forte interesse è frutto della reputazione che l’AIC ha saputo coltivare da più di 45 anni a Cosenza con i suoi servizi di assistenza fiscale, previdenziale e agricola rivolti alle imprese e ai cittadini del territorio.
I partecipanti hanno seguito il confronto sui temi dell’agricoltura che verrà e delle connesse opportunità lavorative per i tanti giovani interessati ad avviare un percorso lavorativo all’interno della filiere agroalimentari della regione, classificatasi al terzo posto come estensione di ettari coltivati a biologico.
Partendo da un’analisi di scenario, riportiamo qui i passaggi salienti degli interventi.
Il contesto regionale post-pandemico
La pandemia ha di sicuro modificato il paradigma di riferimento dell’agricoltura. Gli agricoltori sono stati un vero punto di riferimento produttivo durante i lockdown che hanno interessato il Paese, continuando a lavorare e non facendo mai mancare la genuinità e la continuità distributiva dei prodotti della terra.
Ma il dato più eloquente che questa pandemia ci consegna è che al Sud, Calabria compresa, si è rafforzata la migrazione di ritorno di molti lavoratori da remoto attratti dal fascino del Mezzogiorno e dai costi di vita più contenuti. Secondo Svimez nel 2020 sono almeno 45mila i lavoratori che si sono spostati verso Sud dalle imprese del Centro Nord. Dati che permettono, implementando un’attenta programmazione, di poter costruire nuove opportunità per la Calabria, anche nella gestione dei fondi assegnati dal Recovery Plan alla regione.
Nel quadro di una agricoltura di qualità e che sa cogliere le sfide moderne l’AIC ha inteso riflettere anche sui dati di una agricoltura sempre più giovane. Quasi il 6% in più di giovani con meno di 35 anni nel 2020 ha deciso di cimentarsi in campo agricolo e diventare imprenditore.
L’intervento del Presidente Nazionale Giuseppino Santoianni
Il dato che ci conforta di più è che sono in crescita i giovani che si affacciano alla terra o che a essa ritornano, seguendo le orme dei loro padri e nonni, con nuova attenzione alla qualità e a quella modernità che oggi può e deve essere una grande opportunità di crescita per i nostri agricoltori.
La presenza dei giovani in agricoltura consente di avere più consapevolezza sulla gestione sostenibile delle risorse, guardando alla multifunzionalità delle aziende in sinergia con il territorio. Cresce di pari passo anche la riscoperta del turismo di prossimità e legato alla scoperta del cibo dei coltivatori calabresi, che ha già registrato un boom di presenze, anche straniere, nella scorsa estate e fa consolidare il trend in crescita con prenotazioni già per la prossima stagione.
L’agricoltura 4.0 è tecnologia al servizio del miglior utilizzo possibile delle risorse, aiuta l’economia aziendale, la produzione e la cura dell’ambiente. Per questo deve essere accessibile a tutti gli agricoltori, in primis a quelli che operano in zone difficili e con infrastrutture carenti. Per permettere ai nostri ragazzi di fare quello che i loro nonni avrebbero voluto fare ma non avevano le tecnologie per realizzare. I giovani europei prendono molto sul serio la difesa dell’ambiente e noi con loro. Ne abbiamo parlato anche in merito alla nuova PAC, chiedendo al Governo italiano di essere coraggioso su questo tema mentre prepara il Piano Strategico Nazionale.
Il rispetto dell’ambiente non è un ostacolo alle produzioni agricole di qualità; è un elemento essenziale delle produzioni agricole di qualità! Per questo i piccoli produttori che fanno questo e stanno sul mercato devono essere promossi oltre che tutelati, sono un esempio da seguire per tutti gli altri, e tocca di nuovo al Governo – e qui a livello regionale mi rivolgo all’assessore Gallo – incentivare questa prassi, anche in questo caso con coraggio.
E dobbiamo anche avere la forza di debellare la piaga del caporalato, che purtroppo esiste anche qui nella piana di Sibari come nel resto d’Italia, da Nord a Sud. Per questo la clausola sociale contenuta nella nuova Pac è un passo avanti ma chiediamo si faccia di più e subito.
Come sindacato abbiamo accompagnato la trasformazione del sistema agricolo italiano dallo smantellamento del latifondo ad oggi, con i braccianti diventati coltivatori diretti e piccoli imprenditori. La dignità del lavoro è sacra e il rispetto per i lavoratori valeva allora come oggi, è un nostro principio irrinunciabile.
Alla Regione Calabria, qui rappresentata dall’assessore Gianluca Gallo, chiediamo di poter lavorare in sinergia, costruendo un tavolo di concertazione che ci aiuti a programmare insieme il futuro dell’agricoltura, dandole il giusto valore per lo sviluppo complessivo della Calabria all’interno del panorama nazionale e dello scacchiere strategico del Mediterraneo.
L’intervento di Gianluca Gallo, Assessore Regione Calabria all’Agricoltura
È questo un momento di incontro in cui si presenta l’apertura di una nuova sede decentrata che darà servizi al mondo di riferimento dell’economia calabrese, che è il mondo agricolo.
Il mio intervento si rivolge ai dipendenti, agli operatori, ai collaboratori e agli imprenditori che scelgono questa associazione: seria, di riferimento per il mondo agricolo, che ha una storia e che decide qui di reinvestire, diceva bene il Presidente Santoianni, per rilanciare l’impegno e la propria responsabilità sul territorio.
Vogliamo rilanciare un settore, soprattutto nel post covid, perché abbiamo capito che un modello di sviluppo ci può essere in Calabria e questo passa attraverso l’agricoltura e il suo connubio con il turismo e con il welfare.
L’Europa chiede sostenibilità, soprattutto ambientale, agli imprenditori agricoli, ma taglia le risorse. In questo momento infatti è in corso una discussione sul Piano Strategico Nazionale (PSN) relativo alla nuova Politica Agricola Comune (PAC) che dovrà essere consegnato entro il 31 dicembre e da cui emerge un possibile taglio al primo pilastro, quello dei pagamenti diretti alle aziende agricole.
Poiché la coperta è corta, ognuno tenta di tirarla a proprio vantaggio e non è facile difendere una regione che ha avuto in passato un sostegno che non è andato verso la competitività. Ad esempio il sistema olivicolo e quello agrumicolo vantano dei titoli alti rispetto alla media di altre coltivazioni e, poiché andiamo verso la convergenza dei titoli, noi rischiamo di perdere tantissimi quattrini sul primo pilastro.
Cerchiamo di difendere le ragioni dei nostri agricoltori e lo abbiamo fatto in maniera da essere ascoltati. Ad esempio la regione ha chiesto, cosa che è stata accettata dalle regioni prima e dal Ministero dell’Agricoltura poi, di attenzionare le colture permanenti. I proprietari di agrumeti, pescheti, meleti, uliveti, ciliegeti d’Italia avranno un riconoscimento di 100/110 euro a ettaro grazie all’eco-schema introdotto dalla Calabria.
Abbiamo chiesto anche l’introduzione di un eco-schema sull’ulivo e avremo altri 150 euro a ettaro, ma al contempo il Ministro Patuanelli ha tolto l’accoppiato sull’olio che significa per alcune regioni come la Calabria, la Liguria e la Puglia un recupero di circa 150/155 mln di euro. Abbiamo chiesto e ottenuto un eco-schema accoppiato sull’agrume e l’introduzione per la coltura della patata nelle OCM (Organizzazioni Comuni dei Mercati).
Ora bisogna difendere l’accoppiato sull’olio perché significa sostenere un settore guida della nostra agricoltura: 160mila ettari di uliveti. Una coltura sacra e una produzione di qualità che però purtroppo non promuoviamo adeguatamente.
Questa è la sfida che l’Europa ci chiede: da agricoltura sostenuta ad agricoltura competitiva che sia in grado di essere “auto-sostenibile” e noi ne abbiamo le qualità. È questo un mio convincimento dopo un anno e mezzo in cui ho cercato di capire i punti di forza e debolezza girando fra imprenditori.
Perché abbiamo grande biodiversità, terre molto fertili, acqua disponibile; ma è chiaro che dobbiamo lavorare sui nostri punti di debolezza poiché siamo una regione piccola che non ha grandi produzioni, lontana dai grandi circuiti economici, poco organizzata e parcellizzata. Dobbiamo lavorare per recuperare, seguendo queste quattro parole chiave:
- innovazione – aumentare i ricavi degli imprenditori diminuendo i costi di produzione. Quindi maggiore tecnologia e approccio scientifico;
- cooperazione – se si è da soli non ci si organizza. Stare insieme e fare massa critica per far fronte anche alle regole stringenti della GDO;
- formazione – dall’operatore fino al buyer per far conoscere e promuovere i nostri prodotti nel mondo;
- promozione – non c’è un brand Calabria, un’immagine adeguata dei nostri prodotti. Dobbiamo raccontare la storia, l’origine e la qualità dei nostri prodotti. Noi siamo la terza regione d’Europa per superficie agricola biologica perché abbiamo investito, anche per scelta delle precedenti Giunte regionali, centinaia di milioni di euro su questo aspetto che deve diventare l’argomento centrale della nostra terra. Qui non si consente l’utilizzo del glifosato, ma queste cose non le vendiamo adeguatamente sui mercati nazionali e internazionali. Ad esempio abbiamo olio di buone produzioni, quantità bio importanti, ma l’80% lo vendiamo sfuso nonostante riconoscimento IGP e DOP. Dobbiamo organizzarci ed etichettare come ha fatto il settore vitivinicolo regionale in cui gli sforzi e i risultati sono visibili.
Foto di Vincenzo Provenzano
Qui al link il video completo dell’incontro “Agricoltura 4.0 e Giovani: opportunità per la Calabria” svoltosi il 18 dicembre presso la nuova sede AIC di Cosenza in Corso Umberto I, 91. Oltre agli interventi del Presidente Giuseppino Santoianni e dell’Assessore Gianluca Gallo, sono visionabili in versione estesa i saluti di:
- Donato Oliverio – Vescovo dell’Eparchia di Lungro
- Franco Iacucci – Presidente della Provincia di Cosenza e Vicepresidente del Consiglio Regionale
- Domenico Furgiuele – Parlamentare e Membro della IX Commissione (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni)