Ancoraggi 2030, AIC porta a Genova l’agricoltura del futuro

Ancoraggi di un’agricoltura del futuro che è già presente ma che ha bisogno di nuove energie.

Agricoltura 4.0, sostenibilità ambientale, giovani. Sono alcuni dei temi affrontati nell’iniziativa organizzata da AIC a Genova, all’interno del Festival dei Saperi e dei Sapori, promosso dall’associazione Tiberio Evoli in collaborazione con Regione Liguria, Comune di Genova, Porto Antico di Genova e Telenord.

L’evento è stato inserito all’interno Festival dello Sviluppo Sostenibile, iniziativa dell’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) – di cui l’AIC fa parte – nata per sensibilizzare cittadini, istituzioni, associazioni e imprese sulle tematiche dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Accanto al presidente Giuseppino Santoianni, sono intervenuti Carmelo Cassiba, presidente del Consiglio Comunale di Genova; Vincenzo Falcone, consigliere comunale; Stefania Cosso, assessore alla Coesione Sociale e Servizi alla Persona del Municipio I di Genova, Enzo Barbieri, chef e animatore della cultura gastronomica calabrese, e Lucio Bernini, direttore del Consorzio Focaccia di Recco.

In Italia l’agricoltura 4.0 riguarda solo il 9% della SAU (Superficie agricola utilizzata), con un valore complessivo di 2,5 miliardi di euro (+19% rispetto al 2022). L’impiego delle tecnologie più avanzate (IoT, intelligenza artificiale e blockchain) permette di ottimizzare le risorse e aumentare la produttività, aiutando a mantenere la fertilità dei terreni e preservare la biodiversità. “Il percorso è ancora lungo, ma abbiamo gli strumenti per iniziarlo – commenta Santoianni – servono investimenti mirati e nuove competenze, in particolare quelle provenienti dal mondo STEM”.

Il dibattito non ha mancato di toccare anche altre tematiche, come la più recente battaglia vinta con il decreto contro il fotovoltaico a terra. Senza dimenticare il legame profondo tra la Liguria e la Calabria. Esempi di un’agricoltura eroica, faticosa, attenta al territorio – in Calabria il 35,7% della SAU è destinata al biologico, mentre in Liguria si attesta al 16,1% con un trend in crescita – lembi di terra tra mari e monti che offrono prodotti di eccellenza, dalla Nduja alla Focaccia di Recco DOP.

In un contesto globale caratterizzato da profondi mutamenti – dalla guerra in Ucraina fino alla crisi in Medio Oriente – e dalla sfida ai cambiamenti climatici, il ritorno a pratiche colturali ancestrali con mezzi sempre più innovativi trova terreno fertile nei giovani agricoltori. Le aziende agricole condotte da giovani in Italia sono il 7,5% (52.717 under 35 su un totale di 703.975 imprese agricole iscritte al registro della Camera di commercio) ma concorrono al 15% dell’economia del settore, con una ricchezza media generata pari a 82.500 euro (ISMEA).