Alla scoperta delle shtridhëla, un’antica pasta arbëreshe
“Le ricette di cucina sono un bene universale estremamente democratico. Un tesoro che appartiene a tutti e che come le sette note può essere combinato in migliaia e migliaia di modi e diventare personale, a volte unico” – Paola Maugeri
Il mio tesoro culinario più prezioso sono le shëtridhlat, italianizzato in striglie, ovvero un antico tipo di pasta fresca fatta a mano appartenente alla tradizione etno-gastronomica arbëresh, la minoranza linguistica a cui appartengo. Somigliano alla più classica tagliatella, ma sono realizzate solo a mano e senza usare mattarello o macchina tira pasta.
L’origine del nome shetridhlatè da ricondurre al verbo albanese “shtrydh” – ossia spremere/stringere – infatti uno dei passaggi più importanti consiste nell’avvolgere con cura attorno alle nostre mani il lungo filo d’impasto per poi stringerlo facendolo saltellare e girare contemporaneamente con abbondante farina fino a rendere la pasta sottile e piatta e soddisfare così il palato dei commensali.
Chiamata anche la “pasta dei poveri”per via della semplicità dei suoi ingredienti, nel corso degli anni le striglie hanno pian piano acquisito una rinnovata centralità nelle tavole di noi arbëreshë, diventando sia un rituale del pranzo domenicale che un modo per arricchire le nuove generazioni con saperi e sapori più antichi.
Alla semplicità degli ingredienti si unisce il saper fare della tradizione e ricordo bene quando, nella masseria di famiglia, i miei cugini mi ripetevano: «Marì inumidisci di continuo le mani e l’impasto sarà più facile da lavorare!». Con pazienza e una buona dose di tentativi anche le mie shtridhëla sono diventate belle da vedere e pronte per essere condite e gustate.
Ingredienti per 4 persone
- 400 g farina 0
- 350 g semola
- Acqua tiepida q.b.
- 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
- Sale q.b.
Preparazione
Impastate le farine con l’acqua tiepida aggiungendo un po’ di olio e sale, lasciate riposare per circa 30 minuti. Lavorate ancora un po’ l’impasto per creare una palletta, con il coltello fate un taglio centrale e formate un cerchio simile ad un grande anello lavorandolo bene con tutte e due le mani, fino a farlo diventare un filo molto lungo e sottile. Per riuscirci, bagnate ogni tanto le mani con acqua e olio. Con l’aiuto della farina, appoggiate il lungo e sottile filo sulla mano come fareste con un gomitolo. Solo con l’aiuto delle mani, stringete i fili di pasta con un movimento rotatorio per tre o quattro volte. Quando il filo è abbastanza sottile, le shëtridhëla sono pronte per essere buttate in acqua.