OlivAir: la startup che porta il vento del cambiamento fra gli ulivi

Intervistiamo il CEO di OlivAir, Diana Zagarella, per conoscere meglio la startup che vuole innovare il mondo dell’agricoltura partendo dalla raccolta delle olive.

Marco Mabritto

Un drone che rivoluziona la raccolta delle olive, facendole cadere grazie al vento prodotto dalle eliche. In estrema sintesi è questa l’idea innovativa che una giuria composta dai principali attori dell’innovazione in Italia ha premiato fra i vincitori dell’evento Demo-day di Dock3 organizzato dall’Università di RomaTre.

Ciao Diana, inizierei da una curiosità, com’è che un ingegnere aeronautico si è interessato ai temi dell’olivicoltura?
Ti confesso che il mondo dell’olivicoltura è parte di me fin da bambina perché, sebbene io viva a Roma da diversi anni, sono nata a Reggio Calabria, dove mio padre e mia nonna curano un bellissimo uliveto che ci appartiene da generazioni. Le mie passioni mi hanno portata a studiare ingegneria aeronautica e viste le mie origini, non potevo perdere l’occasione di mettere a servizio della mia terra quello che ho studiato.

Ci puoi parlare un po’ di OlivAir e di come è nata questa idea?
Era circa metà novembre scorso e io mi trovavo in Calabria quando mio padre, mentre pranzavamo, si lamentava del fatto che dovesse sbrigarsi a stendere le reti sul terreno perché con l’arrivo dei venti forti ci sarebbe stata la cascola delle olive. Per lui quel vento è stato da sempre motivo di pensiero e, a onor del vero, di ragionamenti sulla possibilità di ricreare quel vento dove lo voleva, quando lo voleva… così, con le conoscenze universitarie e i preziosi stimoli del Prof. Iemma, mi è stato quindi “facile” immaginare un grande drone come un potente generatore mobile di vento.

Vi siete confrontati con olivicoltori di diversi territori?
Con il team di Olivair abbiamo avuto modo di confrontarci con molti altri produttori olivicoli che hanno manifestato da subito l’interesse e l’apprezzamento verso questa idea. Praticamente tutti gli intervistati, dall’Umbria alla Sicilia, si sono dichiarati insoddisfatti circa le attuali tecniche di raccolta e avrebbero voluto provare il drone OlivAir immediatamente sui loro campi. Abbiamo avuto modo di conoscere da vicino una realtà in difficoltà: tempi di raccolta lunghi, alti costi di manodopera, problemi ad agire in zone scoscese… insomma, un’importante necessità di innovazione che ci ha spinto a metterci in gioco.

Allora andiamo un po’ nel tecnico, quali sono le forze naturali che partecipano al “gioco”?
Come detto, indipendentemente dall’azione dell’uomo, il forte vento fa cadere le olive. A livello tecnico, attraverso prove sperimentali, siamo giunti a constatare che non è l’azione diretta del vento sui frutti che ne provoca la caduta, ma le forze di inerzia che intervengono grazie ai rami scossi. Abbiamo progettato un drone che diverge dall’immaginario collettivo perché è un quadricottero con un diametro di 2,5 metri: un drone grande e potente. Le sue caratteristiche tecniche permettono di provocare la giusta vibrazione sui rami semplicemente volandoci sopra. Questa azione dall’alto consente di ovviare tutte quelle problematiche legate alla morfologia del terreno che ad oggi impediscono l’azione di trattori con scuotitori meccanici e rendono, di fatto, molto complessa (se non impossibile) la raccolta nelle zone scoscese, che costituiscono il 35% degli uliveti a livello globale.

Efficientamento della produzione e più qualità nell’olio, tutto con un drone?
La nostra soluzione permette di migliorare l’efficienza della raccolta a più livelli: diminuisce la mole di olive non raccolte sia perché il vento consente di scuotere in maniera agile e efficace qualsiasi tipo di chioma, sia perché è possibile intervenire su terreni ad oggi impraticabili con i macchinari che agiscono da terra (e che danneggiano/stressano spesso alberi e quindi produzione fruttifera); aumenta la qualità complessiva del raccolto poiché diamo la possibilità di calibrare il vento modificando la distanza del drone dagli ulivi, permettendo di far staccare solo le olive al grado di maturazione richiesto e inoltre, riducendo drasticamente il tempo totale di raccolta, le proprietà organolettiche dell’ultima oliva raccolta saranno approssimativamente uguali a quelle della prima oliva raccolta: sarà possibile avere un raccolto maturo al punto giusto e omogeneo.

Una raccolta veloce (tre volte più veloce rispetto a quella effettuata con trattori con scuotitori meccanici) vuol dire anche una sensibile riduzione sui costi di manodopera, considerando anche che il lavoro manuale dovrà limitarsi alla sola stesura delle reti a terra e alla loro raccolta. La combinazione di questi fattori può portare a un incremento dei ricavi che può arrivare fino al 40%. Un altro aspetto che ci sta molto a cuore è anche la riduzione dell’impatto ambientale legato alla fase di raccolta poiché il drone è elettrico, a differenza degli attuali macchinari alimentati a benzina, e non agisce direttamente sul tronco degli ulivi, evitando lesioni alla corteccia che rendono gli alberi più vulnerabili ad agenti esterni.

Ci parli del team?
Il team di OlivAir nasce appena 4 mesi fa grazie a Dock3, acceleratore per start-up patrocinato dall’università di Roma3, durante il primo incontro di team building, ho incontrato Giacomo Longaroni, COO di OlivAir e studente di fisica. Giacomo aveva capito il potenziale dell’idea ed aveva compreso me, questa sua capacità ha fatto sì che riconoscesse in Dario Marroccu, CMO di OlivAir e studente di comunicazione, le qualità giuste per far parte della nostra squadra. Dario è uno di quelli che sanno fare, senza perdere tempo a chiedersi quanto sia difficile quello che stanno facendo. Non ho parlato di competenze, ma di persone, perché sono convinta sia questo a fare la differenza in questa fase. Conosciamo le nostre capacità ed i nostri limiti ed uno dei nostri punti di forza è stato non nasconderli mai. Questo ci permettere di crescere tutti i giorni, dando ascolto a chi è disposto ad aiutarci.

E nel laboratorio di startup di RomaTre così come nel mondo agricolo sembrano essere in tanti.
Olivair ha ricevuto e sta ricevendo un notevole aiuto dal dipartimento di ingegneria dell’Università di Roma Tre, in particolare dal professore Umberto Iemma, il cui sostegno ci ha dato lo stimolo per credere sempre di più nel progetto, e grazie a lui il team di OlivAir si è ampliato includendo alti profili professionali come prof. Jacopo Serafini, prof. Alessandro Lidozzi , Stefano Meloni, Luca Pustina e Daniele Bosco. Un altro prezioso contributo è arrivato da Ezio Pizzi, Presidente del consorzio del bergamotto in Calabria. L’avvocato Pizzi possiede e gestisce una coltivazione di 18.000 piante di ulivi e con il suo aiuto e quello di altri olivicoltori abbiamo compreso la vera potenzialità di OlivAir.

Lazio Innova vi ha premiato con un assegno di 10.000 €, ma quali saranno i vostri prossimi step?
Si, ed essere stati selezionati tra i tre progetti più meritevoli del percorso Dock3 da una giuria di investitori ed esperti del mondo start-up è stata sicuramente una ventata di buon umore e di energia positiva. Attualmente abbiamo costituito la società e stiamo concentrando i nostri sforzi nella fase di prototipazione e ottimizzazione dei droni. L’obiettivo è quello di avere dei prototipi disponibili per la stagione di raccolta che sta arrivando così che possiamo uscire dal laboratorio e perfezionarci sul campo, o meglio sui campi.

Seguite il vento del cambiamento è il vostro claim, come possiamo farlo ora?
Sperando di poter volare sui campi dei vostri associati al più presto, vogliamo tenervi aggiornati attraverso il sito internet e il profilo Linkedin di OlivAir, dove troverete degli approfondimenti sulla start-up e anche un box per contattarci. Ci stiamo poi attivando su altri canali social per poter essere vicini ai bisogni dei produttori olivicoli e raccogliere così più testimonianze e feedback possibili, nella consapevolezza che sono i buoni consigli di chi vive l’agricoltura la vera energia necessaria a portare il vento del cambiamento.