L’Alveare che dice Sì!: la startup che innova il modo di fare la spesa dal contadino

Da quattro anni Gaia Reale utilizza la tecnologia di una “agro-startup” per innovare il modo di fare la spesa a Roma incentivando filiera corta e transizione agricola. Ecco l’intervista.

Nel 2016 SocialFare – l’incubatore per nuove idee d’impresa certificato dal MISE e punto di riferimento per l’innovazione sociale in Italia – decide di contribuire al percorso di validazione di una startup dal nome insolito: L’Alveare che dice Si!

Questa realtà attraverso una piattaforma offre alle persone un modo nuovo di fare la spesa mettendo in rete i suoi “alveari” ovvero dei gruppi di acquisto online. Ma per capire meglio quali sono le potenzialità di questa agro-startup che oggi conta più di 250 alveari in tutta Italia e che promuove concretamente l’acquisto consapevole attento alla filiera corta, intervistiamo Gaia Reale che da quattro anni gestisce e cura nel Municipio XI di Roma l’Alveare Marconi.

Ciao Gaia, abbiamo capito che L’Alveare che dice Sì! è una startup che si occupa di cibo, ma ci puoi spiegare meglio cosa è un Alveare e chi lo popola?
La rete degli Alveari è prima di tutto un modo per dare a tutti la possibilità di contribuire e usufruire di un sistema alimentare più giusto. Come dicevi, in Italia abbiamo più di 250 Alveari attivi che si aggiungono agli oltre 1500 in tutt’Europa. Sono stati prima di tutto i cugini francesi a far nascere il primo Alveare, a Parigi, nel 2011 per poi andare oltralpe, arrivare a Torino e da lì in tutt’Italia. Un Alveare è aperto e gestito da una persona che seleziona una rosa di produttori locali per ogni genere alimentare.

Tramite la piattaforma online, collaborativa e accessibile a tutti, i membri dell’Alveare acquistano attraverso i cataloghi di ciascuna azienda i prodotti per la propria spesa. Una volta a settimana avviene la distribuzione: in un luogo fisico ad un orario stabilito i produttori portano gli ordini acquistati online e incontrano i membri dell’Alveare. Questo momento è molto bello e importante, il ritiro della spesa è tempo per incontro, scambio, informazione e conoscenza e per chi preferisce abbiamo i corrieri in bici che consegnano a casa. Con molti membri e produttori ho stretto rapporti di autentica amicizia.

Ma allora non producete miele?
Il nome Alveare è una metafora e non ha a che fare con la produzione di miele! Il nome prende ispirazione dalla meravigliosa architettura degli alveari in natura, i suoi alveoli e le api che cooperano al suo mantenimento e se ne prendono cura. Le città sono così ripensate nei loro quartieri come a un insieme di alveoli, noi gestori, i produttori e i membri siamo appunto “api”; il senso di rete, comunità e partecipazione che si sviluppa attorno ad ogni alveare, in ogni quartiere, ne spiega il significato pratico e il suo Dire sì! è rivolto a una molteplicità di principi. Il nostro manifesto ne raccoglie 6 fondamentali:

  1. I produttori fissano liberamente i loro prezzi
  2. L’intelligenza collettiva garantisce la qualità della produzione
  3. La logistica deve essere reinventata per armonizzare prossimità e sostenibilità
  4. Il valore deve essere giustamente suddiviso tra le parti interessate
  5. Mangiar bene è qualcosa che si impara
  6. La transizione agricola deve essere sostenuta attivamente

Come scegli i produttori e i cibi di qualità da esporre nella piattaforma?
La mia scelta nei confronti dei produttori è stata semplice: aziende medio piccole, visita in azienda e lunghe chiacchierate con i produttori. Li conosco personalmente e da vicino soprattutto quelli che riforniscono prodotti freschi ogni settimana. Conoscere lo spirito che ha spinto un agricoltore a rilevare l’azienda del nonno o acquistare della terra e dedicarsi a questa vita ex novo fa parte delle caratteristiche che ho bisogno di conoscere. È importante per me l’etica con cui si muove ogni produttore nelle scelte verso suolo, animali, metodi di coltivazione e allevamento e, quando ne ha, nel rapporto con i collaboratori.

Dalla tua esperienza cosa cerca chi fa la spesa in Alveare?
La velocità con cui si può fare la spesa online: 5 giorni su 7, 24h su 24h, nessun minimo d’ordine e acquisti solo quello che ti serve. Chi fa la spesa in Alveare ama la garanzia della filiera corta, poter contare su una spesa che ricorda il raccolto dell’orto del nonno per sapore e genuinità, parlo per chi ha avuto la fortuna di trascorrere l’infanzia nei piccoli paesi agricoli. Quando si torna a casa, dopo aver ritirato la propria spesa quel kg di fragole non è più un semplice kg di fragole, sono le fragole di Matteo che hanno le proprietà del suolo argilloso di Cerveteri e bisogna attendere un anno intero per poterle riassaporare.

Cosa trova di diverso rispetto ai canali classici?
Una delle caratteristiche dell’Alveare che amo di più raccontare è l’assenza di spreco alimentare. Il fatto che si possa fare la spesa online 5 giorni su 7 e non 7 su 7 non è un caso. I produttori hanno un giorno e mezzo per raccogliere e organizzare gli ordini, porteranno in distribuzione solo ciò che è stato venduto e nulla di più, infatti, niente può essere acquistato in loco. Inoltre, di anno in anno i produttori regolano le previsioni di produzione e questo consente loro di organizzare produzioni stagionali equilibrate.

E la logistica?
Altra caratteristica fondamentale è che non abbiamo intermediari dal punto di vista logistico. È il produttore che determina il valore e il prezzo dei suoi prodotti ed è lui che viene a consegnare in distribuzione. Quest’ultimo passaggio è fondamentale per la garanzia della tracciabilità, assicurata al 100% perché chi produce è anche chi vende e consegna. Esattamente come se si andasse presso ogni azienda. Ultima ma non per importanza è il web, il fatto che gli acquisti possano essere effettuati online permette di avvicinare davvero il consumatore al produttore. In tutt’Europa sono più di 2 milioni gli iscritti alla piattaforma.

Come si forma il prezzo di vendita? 
Un tema interessante, sicuramente i produttori tengono conto del prezzo di mercato ma, in Alveare, le logiche sono differenti. Un produttore che coltiva in tutto 4 ettari di terreno, parliamo quindi di un piccolo produttore, non potrà mai vendere i piselli, pianta che ha mediamente un ciclo vegetativo di circa 140 giorni, allo stesso prezzo di chi ha un’azienda di 10 ettari. La quantità di prodotto è uno dei fattori che determina il prezzo. Questo è il motivo per cui in Alveare ogni prodotto ha il suo prezzo, differente per azienda, e non si troverà mai un catalogo mono-prezzo a 0,99 euro il kg.

Ci fai un esempio concreto su come funziona fare la spesa in Alveare?
Faccio un esempio pratico partendo dall’organizzazione dell’Alveare Marconi che apre le vendite ogni lunedì. Chiunque può acquistare online dal lunedì mattina alla domenica a mezzanotte, quando la vendita si chiude. Il martedì successivo dalle 18.00 alle 19.00 si potrà venire a ritirare la propria spesa nel luogo della distribuzione. Ogni alveare ha un orario, un giorno e un luogo per la distribuzione.

Un nostro lettore (consumatore o produttore) come fa a sapere se ci sono degli alveari attivi nella sua zona? 
Per chi vuol fare la spesa basta visitare il sito www.alvearechedicesi.it e cercare nella mappa della propria città l’Alveare più vicino. Per un potenziale produttore andare sul sito e aprire il proprio profilo produttore, dopo essere stato validato potrà contattare gli alveari che desidera rifornire.

Vai al sito dell’Alveare Roma Marconi