Forum Economico Mondiale: con soluzioni ‘pro-natura’ più 395 mln posti lavoro entro 2030

Mettere la natura al primo posto fa bene alle aziende e all’economia, soprattutto dopo la crisi del coronavirus, che ha causato perdite di occupazione e un’incertezza senza precedenti. Lo sottolinea il World Economic Forum nel ‘Future of Nature and Business Report‘, mentre i Governi e gli operatori economici di tutto il mondo sono alle prese con il problema di ‘resettare’ l’attività dopo i danni del Covid-19. Una ricostruzione basata su iniziative che diano la priorità alla natura potrebbe portare alla creazione di 395 milioni di posti di lavoro entro il 2030, creando opportunità per le aziende stimate in 10 mila miliardi di dollari, indica il rapporto.

Scritto in collaborazione con Alphabeta, lo studio individua tre aree in cui i sistemi socio-economici possono beneficiare di un’impostazione pro-natura. Il primo riguarda l’utilizzo del cibo, della terra e degli oceani. Quello che l’umanità mangia e coltiva rappresenta circa 10 mila miliardi di dollari del Pil globale e dà lavoro al 40% della forza lavoro del pianeta. Soluzioni pro-natura possono creare 191 milioni di nuovi posti e ricavi o risparmi per 3.600 miliardi entro il 2030, secondo il rapporto.

Diversificare la dieta, basandola più su frutta e vegetali (i prodotti animali forniscono il 18% delle calorie ma occupano l’80% della terra coltivata), potrebbe creare 310 miliardi di dollari di nuove opportunità di business l’anno entro il 2030. L’utilizzo di tecnologie di precisione in agricoltura potrebbe fruttare 4,3 milioni di nuovi posti e 195 miliardi di opportunità, di riflesso a un miglioramento delle rese dei raccolti del 40% e dei rendimenti degli investimenti di oltre il 10%. Dalle energie rinnovabili arrivano poi opportunità per 650 miliardi di dollari e ritorni di oltre il 10%. L’introduzione di pacchetti per l’utilizzo dell’energia solare o di altre rinnovabili potrebbero creare ‘milioni di nuovi posti’. Nel mondo sono già vari gli esempi virtuosi di soluzioni pro-natura. Ad esempio in Vietnam le popolazioni che vivono sulle coste hanno visto il loro reddito raddoppiare dopo che le foreste di mangrovie sono state rivitalizzate. In Cina il Suzhiou Industrial Park ha registrato un aumento della produzione di 260 volte tramite uno sviluppo ‘verde’. Il rapporto include anche i suggerimenti per i Governi, in particolare i ministri delle Finanze del pianeta, in prima linea nei piani del ‘reset’ delle economie. La raccomandazione di fondo è quella di introdurre gli incentivi giusti nei pacchetti di stimolo, in modo da creare occupazione senza distruggere la natura. Lo studio insiste sulla necessita di valutare la performance economica andando oltre l’andamento del Pil, di introdotti incentivi per l’innovazione, migliorare la pianificazione e la gestione dell’utilizzo delle risorse marine e terrestri, di rimuovere i sussidi che mettono a rischio la stabilitaà occupazionale nel lungo termine, di fare investimenti nella formazione e aumentare il sostegno finanziario per le soluzioni pro-natura.

‘Dobbiamo usare la crisi causata dalla pandemia di coronavirus come un’opportunità per cambiare la relazione dell’umanità con la natura. Investire nella biodiversità e nell’ambiente offre l’opportunità di costruire sia economie migliori sia la nostra resilienza come specie’, commenta Carlos Alvarado Quesada, presidente del Costa Rica, Paese che è all’avanguardia nella transizione a un’economia ‘nature-positive‘. Come conclude Inger Andersen, vice-segretario generale Onu e direttore esecutivo del programma ambientale dell’Organizzazione, ‘nel momento in cui entriamo in questo decennio storico di iniziative per fermare e ribaltare la perdita di biodiversità e affrontare il cambiamento climatico, le aziende ricoprono un ruolo cruciale nella gestione del nostro pianeta’.

Ripreso da ‘Il Sole 24 Ore Radiocor Plus’