Commissione UE: agricoltura resiliente alla crisi. Ma crollano le eccellenze

Nella prospettiva (outlook) di breve periodo del settore agroalimentare europeo, pubblicata oggi dalla Commissione UE, emerge un forte spirito di resilienza dei produttori agricoli europei alle prese da una parte con le restrizioni per contenere il Covid-19 e dall’altra con il dovere di mantenere attive le linee produttive per garantire la sicurezza alimentare dei cittadini.

La crisi mette il comparto di fronte a sfide senza precedenticome le interruzioni logistiche e la domanda in rapido mutamento – a cui l’agroalimentare europeo sta dimostrando grande capacità di adattamento. Il rapporto della Commissione UE conferma ciò che abbiamo vissuto in prima persona in queste settimane: da un lato, gli alimenti di base come pasta, riso, farina, frutta e verdura in scatola sono maggiormente richiesti, beneficiando del fatto di poter essere consumati in casa, d’altra parte, i prodotti di alto valore, come tagli di carne di qualità, vino e formaggi speciali – di solito consumati nei ristoranti – stanno registrando una significativa riduzione dei consumi. Bastano queste considerazioni per farci capire come le eccellenze del Made in Italy, esportate in tutti i ristoranti europei, siano in sofferenza.

In tutta l’UE la produzione di olio d’oliva nel 2019/2020 si è avvicinata a 2 milioni di tonnellate, registrando un calo del 15% rispetto allo scorso anno, causato soprattutto dal crollo della produzione in Spagna (-35%), compensata solo in parte dalla produzione più che raddoppiata dell’Italia. A causa delle scorte significative, la disponibilità complessiva rimane comunque elevata. Ci si attende però che l’export europeo di olio d’oliva crolli dell’8% a causa della crisi e delle nuove barriere alla libera circolazione. Contemporaneamente le vendite al dettaglio di olio d’oliva sono aumentate, soprattutto nei paesi produttori dell’UE come l’Italia. Questo, insieme a prezzi bassi, dovrebbe portare il prossimo anno a una ripresa dei consumi in Italia e negli altri paesi produttori (con un aumento del 13% dei consumi).

Il consumo complessivo di vino nell’UE è fortemente influenzato dalle misure adottate per combattere la pandemia. Mentre le vendite al dettaglio sono in aumento, il consumo in ristoranti e bar si è fermato. Questo cambiamento influisce negativamente soprattutto sui vini di alto valore. Il consumo di vino all’interno dell’UE dovrebbe scendere a 108 milioni di ettolitri, l’8% in meno rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Scenderanno anche le esportazioni di vino prodotto nell’Unione, con un calo previsto del 14% nel 2019/2020.

Per quanto riguarda il settore ortofrutticolo, la domanda dell’UE di mele fresche dovrebbe superare la media grazie all’aumento del consumo interno. Si stima tuttavia che la produzione UE di mele nel 2019/2020 scenderà a 10,8 milioni di tonnellate. L’impatto della crisi sulle arance sarà limitato, poiché la stagione della raccolta sta per concludersi, con una produzione di 6,2 milioni di tonnellate per il 2019/2020. La domanda di arance fresche e succo d’arancia è aumentata di recente.

Per quanto riguarda il settore lattiero-caseario, nel 2019 la raccolta di latte nell’UE è cresciuta dello 0,4%, la crescita più bassa dal 2012. La crescita della produzione per il 2020 dovrebbe essere simile. Il consumo di formaggio nell’UE del 2020 potrebbe aumentare leggermente (0,3%) e le esportazioni potrebbero continuare ad aumentare, grazie alla domanda nei mercati asiatici, portando a un aumento complessivo della produzione di formaggio. Tuttavia, la chiusura dei ristoranti ha avuto un impatto sui formaggi di alto valore, consumati principalmente fuori casa.

Infine, la produzione di carne bovina nell’UE è diminuita nel 2019 a causa della riduzione dei prezzi e della riduzione della mandria. Dovrebbe diminuire ulteriormente nel 2020 a causa di fattori simili. L’epidemia di coronavirus sta colpendo il settore principalmente a causa di tagli di alto valore che non vengono venduti ai ristoranti o nei dipartimenti di macelleria nei supermercati. La produzione di pollame ha continuato a crescere nel 2019 grazie alla crescente domanda. Un aumento della produzione dovrebbe continuare nel 2020 a causa dei consumatori che sostituiscono le carni costose con il pollame. Tuttavia, il settore sarà ancora influenzato dalla chiusura di ristoranti per alcune varietà come anatre o piccioni. La produzione di carne suina dovrebbe crescere leggermente quest’anno con una domanda sostenuta dall’Asia (a causa degli impatti della peste suina africana, specialmente in Cina). Si prevede che le esportazioni dell’UE cresceranno del 12%, dopo un aumento del 17% nel 2019. Il settore non dovrebbe essere influenzato in modo significativo dalla pandemia in corso. Tuttavia, si prevede che il consumo dell’UE diminuirà a causa dei prezzi elevati, favorendo altre carni. Il settore delle carni ovine e caprine dell’UE è stato colpito dalla crisi del coronavirus e la domanda stagionale di Pasqua e Ramadan non si è materializzata. La produzione dell’UE dovrebbe tuttavia rimanere stabile nel 2020.

Guarda l’infografica pubblicata dalla Commissione europea.