Accordo all’Eurogruppo, i 4 pilastri: Mes, Bei, Sure e fondo per ripresa

Quello emerso dall’Eurogruppo giovedì notte è un accordo basato su un pacchetto di misure che si basa su tre reti di sicurezza: per i lavoratori, per le imprese, per i paesi, alle prese con la grave crisi economica scatenata dalla pandemia da coronavirus. A questo si aggiunge l’impegno a lavorare al fondo per la ripresa economica in cui un ruolo centrale sarà svolto dal prossimo Quadro finanziario pluriennale, il bilancio 2021-2027 dell’Unione europea.
Si tratta di un pacchetto di aiuti da 1.000 miliardi di euro. Il commissario europeo agli affari economici Paolo Gentiloni ha sottolineato che si tratta di «un pacchetto di dimensioni senza precedenti per sostenere il sistema sanitario, la cassa integrazione, la liquidità alle imprese» e per evitare una divergenza tra le economie più colpite dal virus.

I 4 pilastri

In pratica, i pilastri dell’accordo tra i ministri europei dell’area economica e finanziaria sono quattro: la Bei, la banca europea degli investimenti, prestatore e garante di fondi e liquidità per le aziende; il Sure, ovvero la nuova formula di cassa integrazione e assicurazione per i lavoratori che possono perdere il lavoro perdono per la grave crisi economica; il Mes, per sfruttare i finanziamenti del fondo per «sostenere l’assistenza sanitaria diretta e indiretta così come i costi relativi alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi provocata dal Covid 19»; infine, è stata accolta la proposta francese di creare un fondo finanziato da obbligazioni comuni per finanziare il rilancio dell’economia: si tratta del fondo per la ripresa economica.

Fondo Bei da 25 miliardi (per 200 miliardi di finanziamenti)

Nel testo che è uscito dai lavori si legge che i ministri accolgono con favore l’iniziativa del gruppo Bei (la Banca europea per gli investimenti) «di creare un fondo di garanzia paneuropeo di 25 miliardi di euro, che potrebbe sostenere finanziamenti di 200 miliardi di euro per le aziende», soprattutto le Pmi, in tutta l’Ue, anche attraverso le banche promozionali nazionali. «Invitiamo la Bei a rendere operativa la sua proposta il più presto possibile e siamo pronti a metterla in atto senza indugio, garantendo al contempo la complementarità con altre iniziative dell’Ue e il futuro programma Invest Ue», si legge ancora nel testo.

Mes: utilizzo fondi «senza condizioni»

Per quanto riguarda il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) si potrà attivare per spese per cure e prevenzione sanitaria, i ministri sottolineano che «è dotato di strumenti che potrebbero essere utilizzati, se necessario, in modo adattato alla natura dello choc simmetrico causato da Covid-19». L’Italia ha sottolineato che non ha chiesto l’attivazione del Meccanismo di stabilità europeo: «L’Italia non ha deciso di fare ricorso al Mes, ma ha solo concorso a definire un rapporto che prevede la possibilità di istituire quattro nuovi strumenti per affrontare la crisi del Covid19», dicono dal ministero dell’Economia. Fonti del Mef, dopo l’Eurogruppo di giovedì notte, hanno aggiunto che la nuova linea di credito per le spese per cure e prevenzione sanitaria legate al Covid-19 è «senza alcuna condizionalità» e attivabile da qualsiasi paese membro che lo voglia».
«Sul Mes è stata eliminata ogni condizionalità, si è introdotto uno strumento facoltativo, una linea di liquidità fino al 2% del pil, che può essere attivato senza condizione», ha detto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, veerdì mattina in un intervento alla trasmissione tv Uno Mattina.

Il meccanismo (nuovo) del Mes

I ministri propongono di istituire un sostegno basato sull’esistente linea di credito Eccl, il programma di assistenza precauzionale, quale garanzia pertinente per gli Stati membri dell’area dell’euro interessati da questo choc esterno. «Sarebbe disponibile per tutti gli Stati membri dell’area dell’euro durante questi periodi di crisi, con condizioni standardizzate concordate in anticipo dagli organi direttivi del Mes, che riflettano le sfide attuali, sulla base di valutazioni iniziali delle istituzioni europee. L’unico requisito per accedere alla linea di credito sarà che gli Stati membri dell’area dell’euro che richiedono assistenza si impegnino a utilizzare questa linea di credito per sostenere il finanziamento interno dell’assistenza sanitaria diretta e indiretta, i costi relativi alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi Covid 19», si legge nel documento. I ministri hanno concordato sul fatto che l’accesso concesso sarà il 2 per cento del Pil del paese alla fine del 2019, come parametro di riferimento. Questo strumento sara’ resto disponibile entro due settimane, nel rispetto delle procedure nazionali e dei requisiti costituzionali.

Il terzo elemento: il «Sure» per i lavoratori

Terzo elemento, il Sure. «Accogliamo con favore la proposta della Commissione del 2 aprile di istituire uno strumento temporaneo a sostegno degli Stati membri per proteggere l’occupazione nelle specifiche circostanze di emergenza della crisi Covid 19.

Fornirebbe assistenza finanziaria durante il periodo della crisi, sotto forma di prestiti concessi a condizioni favorevoli dall’Ue agli Stati membri, fino a un massimo di 100 miliardi di euro, basandosi il più possibile sul bilancio dell’Ue, garantendo al contempo sufficienti capacità di sostegno alla bilancia dei pagamenti e garanzie fornite dagli Stati membri al bilancio dell’Ue.
Lo strumento potrebbe principalmente sostenere gli sforzi per proteggere i lavoratori e l’occupazione, nel rispetto delle competenze nazionali nel settore dei sistemi di sicurezza sociale e alcune misure connesse alla salute», ha stabilito l’Eurogruppo.

Fondo per la ripresa

Il quarto elemento del pacchetto è l’impegno a lavorare «su un fondo di recupero per preparare e sostenere la ripresa, fornendo finanziamenti attraverso il bilancio dell’Ue a programmi progettati per rilanciare l’economia in linea con le priorità europee e garantire la solidarietà dell’Ue con gli Stati membri più colpiti. Tale fondo per la ripresa sarebbe temporaneo, mirato e commisurato ai costi straordinari dell’attuale crisi».

Notizia ripresa dal Corriere.it