A meno di 24 ore dall’evento “Piritaly”, Tino Pira si racconta

Tino Pira è uno dei fondatori della Tenuta il Radichino che si trova nella Tuscia e rappresenta insieme agli altri tre fratelli la seconda generazione che ha voluto, sulle orme tracciate dai genitori, portare avanti un impegno nei confronti della impresa familiare, continuando a puntare su qualità, rispetto per la natura e sostenibilità.


Infatti, chi conosce la famiglia Pira, sa bene che sugli oltre 300 ettari di terreno, tutto ha avuto inizio dall’allevamento di oltre un migliaio di pecore, più di un centinaio di capre e diversi altri animali, la cui alimentazione e cura sono sempre state messe al primo posto, sottolineando un impegno reale per la tracciabilità più autentica della filiera trasparente. Non a caso sia i giovanissimi alunni che con i loro insegnanti si recano a visitare la fattoria didattica sia quanti sono clienti del ristorante Il Radichino o semplicemente vogliono comprare prodotti direttamente da loro, possono constatare quanto sia facile vedere gli animali allo stato brado e “toccare con mano”. Infatti le colture che vengono sviluppate, in pieno rispetto del biologico, servono proprio ad alimentare gli animali. Prodotti caseari, miele e prodotti come le carni e i salumi hanno un gusto genuino e unico.


E in questo contesto, nasce nello spirito della socialità e della collaborazione Piritaly, un tempo un appuntamento tra amici per la festa annuale della tosatura delle pecore, e che la famiglia Pira ha deciso di portare avanti quando ha iniziato a diversificare l’attività, passando dal solo allevamento alla trasformazione dei prodotti e con l’intento di allargare questa festa agli amici coltivatori del territorio, ormai ben 14 anni fa.


Da allora, come tutte le cose che sono animate da passione e competenza, la manifestazione è cresciuta di anno in anno e domani, 13 maggio, in 8 ore la Tenuta sarà invasa da oltre un centinaio di espositori di prodotti vari, una quarantina di Chef provenienti da varie città che si cimenteranno in show cooking e preparazioni originali per far degustare pietanze di alta qualità, anche quest’anno aiutati da 18 studenti dell’Istituto Alberghiero di Montalto di Castro, per un’esperienza davvero straordinaria e che più di un migliaio di addetti ai lavori potranno provare, comprare o vendere, tutti convinti dell’importanza di tutelare il Made in Italy in un circolo virtuoso della sostenibilità e della cultura del buon cibo e dell’alimentazione sana.


Al fianco di un’azienda così attenta alla qualità e ai valori della migliore tradizione agricola, non poteva che esserci anche l’AIC che, a Viterbo, è rappresentata da Simone Rosati, il cui sostegno convinto è volto a promuovere realtà che nel viterbese possano trarre ispirazione ed esempio.