Un sogno trasformato in realtà, solida e radicata nel territorio, carica di identità. È la storia di Enzo Barbieri e della sua famiglia, ormai divenuta a pieno titolo ambasciatrice di quella Calabria orgogliosa delle sue origini e potenzialità, simbolo di un riscatto possibile e di una scommessa vinta.

– Vincenzo Alvaro

Dal 1969 il nome Barbieri si lega indissolubilmente ad Altomonte, perla medioevale incastonata tra il Pollino e il mare Jonio, dove l’agri-chef Enzo ha reso possibile il progetto familiare avviato dal padre Italo, coinvolgendo (e questo è il suo più grande orgoglio) dapprima la moglie Patrizia e poi i figli Michele, Alessandra e Laura che insieme a lui sono l’anima e il cuore pulsante di ogni attività promossa nell’hotel ristorante divenuto punto di riferimento per il territorio e le molteplici esperienze enogastronomiche promosse nell’azienda agricola di famiglia o in tanti contesti nazionali e internazionali nei quali sono protagonisti della narrazione autentica della Calabria più buona.

«Tutto è nato da mio padre, il primo a credere in uno sviluppo di Altomonte» – confessa Enzo Barbieri – che ha saputo realizzare un progetto sostenibile legato a doppio filo con i terreni di famiglia, sui quali è riuscito a creare qualcosa di speciale. Innanzitutto la filiera corta tra ciò che produce e porta in tavola da grande ambasciatore della qualità del cibo e della sua identità, ma soprattutto il modello di tutela e valorizzazione di una biodiversità alimentare che rischiava di perdersi.

Una mission vera e propria che gli ha permesso di trasformare (tra le tante coltivazioni) il carciofino selvatico in una chicca gastronomica che esalta l’artigianalità e l’integrazione culturale, avendo coinvolto nella raccolta diversi ragazzi di colore. Senza dimenticare i zafarani cruschi alla Barbieri ormai conosciuti in tutto il mondo. Un piatto semplice della tradizione che affascina tanto per la preparazione, essenziale e genuina, quanto per essere diventati il modello di una ristorazione capace di valorizzare la gastronomia locale come punto di forza di un progetto che ha radici ben piantate nella bellezza e nella genuinità di una Calabria autentica e desiderosa di raccontarsi per le sue identità golose. Enzo cresciuto alla scuola dell’ospitalità e della ristorazione di sua nonna a Ferrara, dove ha vissuto da piccolo, alla morte del padre Italo ha scelto di tornare e vivere in Calabria per dar vita ad un processo imprenditoriale che ha di fatto trasformato il contesto sociale e culturale entro il quale si è alimentato, facendo di Altomonte un esperimento riuscito di riscatto.

L’incontro con il sindaco Belluscio è stato determinante per fare di Altomonte una città turistica.

«Non ho mai avuto un minimo di dubbio su quello che potesse essere il mio futuro perché ero circondato da bellezza e ricchezza» dichiara Enzo Barbieri raccontando le fasi fondamentali di quel progetto imprenditoriale che oggi è diventato l’hotel, con una vista straordinaria sul Pollino e il mare, laboratorio dinamico della poliedrica attività della sua famiglia. Gli stranieri di tutto il mondo approdano ad Altomonte per lasciarsi svelare i segreti della cucina calabrese nei laboratori promossi tutto l’anno, così come numerose sono le esperienze nell’orto e alla tavola proposte dall’agri chef che ama valorizzare identità e prodotti di cui la Calabria è ricca.

«Sappiate cogliere quello che il territorio offre» – dice parlando idealmente ai giovani – «fatelo con amore e passione. La Calabria – aggiunge – è unica».

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