Il bello dell’Agrecò: ecco come è andata l’iniziativa AIC promossa da ASviS

Perché è bello acquistare un cibo prodotto con buone pratiche agro-ecologiche che rispettano i territori di origine e danno salute e prosperità alle sue comunità?

Questo interrogativo è stato il punto di partenza a cui AIC ha voluto offrire risposta attraverso l’evento Il bello dell’Agrecò. L’iniziativa, svoltasi a Cosenza il 15 ottobre 2022 presso la sede provinciale dell’Associazione Italiana Coltivatori e fruibile anche online grazie ad una diretta streaming che ha raggiunto una copertura di oltre 500 utenti, è parte della VI edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso da ASviS.

Nel quadro dell’attuazione dell’Agenda 2030, a Il bello dell’Agrecò si sono affrontati temi di primissimo piano per le agricolture del paese che hanno coinvolto il presidente di AIC Giuseppino Santoianni, l’assessore all’agricoltura della regione Calabria Gianluca Gallo, il professore dell’Università degli studi di Napoli Luigi Frunzo, il presidente di Federconsumatori Lazio Stefano Monticelli e molteplici testimonianze territoriali degli imprenditori impegnati da tempo sul fronte della sostenibilità ambientale, economica e sociale.

I 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030

Interventi dei relatori

“Quello di oggi è un evento importante per la nostra associazione, in quanto aderente all’alleanza Asvis che porta avanti sostenibilità, ambiente e tutto ciò che riguarda la natura di questo nostro paese. Ed è un incontro importante anche perché andremo a verificare l’impegno che dovremo mettere come imprenditori agricoli e come cittadini per creare un ambiente più sano e sostenibile, perché c’è un deterioramento continuo del nostro pianeta. Dunque sosterremo e forniremo le linee guida ai coltivatori per produrre sempre meglio. Tutto viene dalla terra, con l’agroalimentare ci cibiamo tutti e vogliamo per questo motivo prodotti sani e sostenibili. Come Aic abbiamo perciò aderito ad Asvis – Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile – così da dare il nostro contributo per produrre in modo più sano e tutelando l’ambiente” – Giuseppino Santoianni, Presidente AIC

“Nel piano strategico nazionale (PSN) sono previste delle risorse importanti destinate ad investimenti sulle energie alternative come ad esempio il fotovoltaico, ma anche sulle centrali a biogas. Noi abbiamo una zootecnia fortemente avanzata, organizzata in forma cooperativistica, e questo deve consentirci di investire e di dare a queste aziende la possibilità di produrre energia elettrica pulita attraverso naturalmente l’utilizzazione dei liquami. Certo tanto resta da fare, tanto bisognerà fare ancora. Ma credo che la Calabria, così come il sud, stia dimostrando di non essere ultima, anche sulle somme del PNRR. I nostri consorzi di bonifica sono stati bravi, sono stati capaci di avere il 67% della spesa destinata al sud e così su tanto altro. Certo, un aspetto è quello sulla capacità della spesa – ovvero sulla captazione degli investimenti – e un altro aspetto è quello della qualità della spesa” – Gianluca Gallo, Assessore all’Agricoltura della regione Calabria

“L’Italia è il secondo paese europeo per produzione di biometano e il terzo al mondo. Noi produciamo più biometano degli Stati Uniti, più della Francia e abbiamo solo in campo agricolo circa 2.500 impianti. Questi sono presenti per il 90% al nord Italia, un dato che ci fa capire quanto è alto il potenziale di sviluppo nelle regioni del sud Italia. Una risorsa non completamente utilizzata che mi ha spinto ad affermare nel mio progetto di ricerca della presenza di un vero e proprio giacimento di biometano nel sud Italia da sfruttare per produrre energia green da fonti rinnovabili. Fondamentalmente nel settore agro-zootecnico delle regioni del Nord, quasi tutte le aziende hanno un impianto di biogas o proprio o consorziato. E in questo evento su agricoltura, energia e sostenibilità organizzato dall’Associazione Italiana Coltivatori lancio un appello affinché facciamo memoria dell’esperienza di 15 anni fa – quando non si è colto a pieno l’opportunità sul biogas e le connesse incentivazioni per lo sviluppo degli impianti – e prendiamo parte al treno del biometano che con le risorse del PNRR è in fase di partenza” – Luigi Frunzo, professore dell’Università degli studi di Napoli

Giuseppino Santoianni, presidente AIC Nazionale
Gianluca Gallo, assessore all’Agricoltura della regione Calabria
Stefano Monticelli, presidente di Federconsumatori Lazio

“Parlare di comunità energetiche oggi significa stare nelle questioni centrali del paese nonché sulle opportunità reali che derivano dal PNRR. Le comunità energetiche sono, da un punto di vista nominale, un gruppo di persone che si mettono insieme per auto-produrre e auto-consumare energia elettrica e quindi per cercare intanto di dare una mano al paese nella transizione energetica e quindi nella transizione ecologica, ma allo stesso tempo per procedere verso un primo passaggio di autonomia energetica. Ho seguito con molta attenzione il caso dell’azienda agricola Fasano – il cui impianto di biogas produce energia da fonti rinnovabili e digestato – e possiamo dire che questa potrebbe in linea del tutto teorica candidarsi ad essere un esempio tipico sia di efficientamento, perché con gli scarti della produzione si produce energia rinnovabile nella modalità illustrata dal Professor Frunzo e sia, allo stesso tempo, di comunità energetica perché quell’energia potrebbe essere reimmessa nella rete locale – Stefano Monticelli, presidente di Federconsumatori Lazio

Luigi Frunzo, professore dell’Università degli studi di Napoli e Michele Fasano dell’azienda agricola Fasano
Michele Fasano imprenditore agricolo dell’azienda Fasano di Valva (SA) insieme al Prof. Luigi Frunzo

Testimonianze degli imprenditori impegnati sul fronte della sostenibilità

Al convegno, trasmesso anche in diretta sulle principali piattaforme social dell’Associazione, si sono poi alternate le testimonianze degli imprenditori agricoli impegnati sul fronte della sostenibilità ambientale, economica e sociale. A Valva (SA) Michele Fasano dell’azienda agricola Fasano gestisce un’impresa modello nell’allevamento di suini dove alla particolare attenzione innovativa per il benessere degli animali ha aggiunto nel 2017 un impianto di biogas che utilizza i reflui zootecnici per produrre energia da fonti rinnovabili e offrire allo stesso tempo il digestato – che da tale processo deriva – come ammendante naturale nelle produzioni biologiche dei coltivatori del suo territorio.

Un’altra testimonianza di pratica agro-ecologiche è stata quella di Francesco Goracci dell’azienda vitivinicola Olivo della Fortuna. Questa, dislocata fra Toscana Puglia e Sicilia, ha una conduzione sostenibile perché alla produzione biologica del proprio vino “Il Testimone” è stato aggiunto un progetto innovativo che utilizza un co-generatore per trasformare gli scarti della potatura in energia elettrica e materiale organico pellettato.

E sempre all’insegna dell’economia circolare, la fondatrice del laboratorio sartoriale CuCilento specializzato nella creazione di oggetti per la spesa Sarah Khoudja ha raccontato come il singolare riutilizzo di materiali agricoli le permette una distintività unica. E infine Elisa Altomonte che dopo gli studi a Firenze alla Facoltà di Agraria ha deciso di tornare a Ispani in Campania dove è cresciuta e dal suggestivo golfo di Policastro diventare la promotrice del Consorzio Sugherete del Golfo per rilanciare un’attività tradizionale con un approccio innovativo e sostenibile che contrasta l’abbandono delle sugherete cilentane.

Relativamente al contributo che l’agricoltura può dare in tema di produzione di energie derivanti da fonti rinnovabili (es. agrivoltaico, biometano) anche in sinergia con gli incentivi sulle comunità energetiche, a Il bello dell’Agrecò è emerso il tema del limite all’auto-consumo ovvero la realizzazione da parte degli imprenditori agricoli di impianti della potenza non superiore all’autoconsumo energetico interno.

Il bello dell’Agrecò – Cosenza (15 ottobre 2022)
La consegna dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 ai giovani imprenditori agricoli presenti all’iniziativa

Al dibattito, ha seguito poi un momento di degustazione delle tipicità locali e regionali realizzate con pratiche agro-ecologiche rispettose dell’ambiente. In questa occasione di incontro, intorno al cibo sostenibile, i consumatori-consapevoli interessati ad approfondire i risvolti produttivi che intrecciano ambiente, lavoro e opportunità di sviluppo locale si sono potuti confrontare direttamente con i coltivatori presenti all’iniziativa che già attuano buone pratiche agro-ecologiche per accrescere così la consapevolezza sulla sostenibilità alimentare messa a dura prova dai cambiamenti climatici e geopolitici.