Giornata Contadini, AIC: Agricoltori soli di fronte ai cambiamenti climatici

“In molti paesi i contadini sono da soli a far fronte a stravolgimenti enormi, come il degrado del suolo che coinvolge il 70% delle terre libere da ghiacci, con conseguenze dirette e indirette su 3,2 miliardi di persone. Entro il 2050 questa quota può raggiungere il 90% se non si agisce subito”.

Così Giuseppino Santoianni, presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori, in occasione della Giornata Mondiale della lotta contadina.

“Le sfide del cambiamento climatico sono qui e ora e saranno più grandi in futuro. Secondo la Banca Mondiale, il costo della desertificazione, inteso come perdita globale di reddito, è di 42 miliardi di dollari all’anno, mentre l’Onu ci dice che perdiamo 12 milioni di ettari di terreno all’anno. Lavorare sulla salute del suolo significa rendere le colture più resilienti a siccità prolungate, precipitazioni intense e desertificazione. Quest’ultima tocca 500 milioni di persone nel mondo, sottraendo la terra ai contadini e spingendoli a emigrare. L’Africa, in particolare la zona che si trova a sud del Sahara, è la più colpita: il 73% delle terre aride coltivabili sono già degradate o già completamente desertificate” – prosegue Santoianni – “L’Europa non è immune al problema desertificazione, che tocca il 65% delle aree agricole aride, semi-aride, secco-subumide, per lo più concentrate nel bacino del Mediterraneo. Secondo il Rapporto ASviS 2023, l’Italia presenta evidenti segni di degrado nel 17% del territorio, principalmente nelle regioni meridionali, dove le condizioni meteo climatiche contribuiscono alla vulnerabilità alla desertificazione”.

“È urgente che le istituzioni italiane ed europee lavorino su più livelli, fissando il tema nella propria agenda internazionale per scongiurare una deriva che i dati indicano come già scritta”, conclude il presidente di AIC.