Giornata Acqua, AIC: Necessari interventi urgenti per garantire sicurezza alimentare

“L’acqua dolce è una risorsa sempre più scarsa a causa di fattori che vanno dal cambiamento climatico allo spreco, alla mancanza di investimenti infrastrutturali. Mettendo a rischio le colture e gli allevamenti, la mancanza d’acqua minaccia la sicurezza alimentare stessa del nostro Paese, a meno che non si intraprendano interventi urgenti”.

Così il Presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori (AIC) Giuseppino Santoianni in occasione della Giornata mondiale dell’acqua.

L’Italia è al secondo posto in Ue per il prelievo di acqua potabile: 155 metri cubi a persona per un totale di 9,10 mld di metri cubi all’anno, pari a circa il 31% del totale nazionale. Oltre il 56% dei prelievi nazionali va invece al settore agricolo, il maggiore utilizzatore di risorse idriche del paese, pari a circa 17 mld di metri cubi all’anno.

“Eppure basterebbe trattenere il 5% della pioggia che cade in un anno in Italia per soddisfare il fabbisogno dell’agricoltura nostrana”, afferma Santoianni, “ma i bacini esistenti sono lasciati a sé stessi da decenni, e il sistema di approvvigionamento, come rileva l’Istat per il 2023, presenta perdite idriche in distribuzione dell’ordine del 42%”.

Inoltre l’inverno passato è il più caldo mai registrato in Italia dal 1800, con un +2,19°C rispetto alla media del periodo 1991-2020 (dati CNR- ISAC).

“Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre organizzarsi con nuove infrastrutture atte a raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi. Senza dimenticare che le piogge sono disomogenee sul territorio nazionale, con l’Italia Centrale (22,2%), il Meridionale (24,4%) e le isole (Sicilia il 6,4% e Sardegna il 6,2%) particolarmente penalizzate rispetto all’Italia Settentrionale (40,8%) secondo i dati elaborati da Eurispes. Inoltre chiediamo incentivi per aiutare le aziende a dotarsi di strumenti innovativi che portino a risparmiare l’acqua durante il processo produttivo e come AIC siamo favorevoli a testare i Certificati Blu, riconoscendo lo sforzo del risparmio di acqua per le imprese virtuose in modo simile a quanto avviene con i Certificati Bianchi per l’efficientamento energetico”, conclude il presidente dell’AIC.