AIC: giusto regolarizzare sia i braccianti italiani che immigrati
“Chiediamo da mesi al Governo di far emergere il lavoro nero, sia per gli italiani che per le persone immigrate. Ci auguriamo che ora si vada fino in fondo con la proposta della Ministra Bellanova. Chi non è italiano uscirebbe così dal ricatto di essere costretto a ribassare fino allo stremo il costo del proprio lavoro, cosa che avviene anche a scapito dei lavoratori italiani. Se nella nostra società centinaia di migliaia di persone non hanno i diritti minimi, tutta la società ne risente, si indeboliscono gli imprenditori agricoli onesti e si rafforzano quelli senza scrupoli. Invece, come è sempre accaduto nelle rivendicazione dei diritti lavorativi, rafforzando una categoria ne risentono positivamente anche le altre. È questo il ribaltamento della guerra tra i poveri, è una logica win-win che deve prevalere per il bene di un’Italia che tutti diciamo di volere cambiare in meglio. Alle altre associazioni di categoria chiediamo di dimostrare maggiore coraggio e non restare in silenzio su questo tema, altrimenti le molte iniziative ultra-mediatizzate su caporalato e sfruttamento del lavoro rischiano di sembrare alla prova dei fatti poco credibili”.
Così Giuseppino Santoianni, Presidente Associazione Italiana Coltivatori