Speciale elezioni europee, i risultati della tornata elettorale 2024

Tra il 6 e il 9 giugno 2024 i cittadini europei sono stati chiamati ad eleggere il nuovo Parlamento di Strasburgo. Tra le novità più importanti c’è l’affermazione delle formazioni di destra che, pur non pregiudicando l’eventuale e, ad oggi, probabile riedizione della “coalizione Ursula”, ha scosso in modo significativo la politica interna di alcuni paesi.

In Francia il partito del presidente Macron è stato letteralmente doppiato dal Rassemblement National di Marine Le Pen, dato politico a cui il Capo dello Stato ha reagito sciogliendo le Camere e chiamando nuove elezioni con primo turno il 30 giugno e secondo il 7 luglio. 

In Germania l’Afd, partito di estrema destra, ha raggiunto il 15,9%, superando i partiti della coalizione che sostiene il cancelliere Olaf Scholz: l’Spd (13,9%); i liberali (5,2%.) e i verdi (11,9%), che alla tornata del 2019 avevano invece ottenuto il 20,5%. Reazione opposta a quella di Macron da parte del cancelliere tedesco, che punta ad andare avanti con il proprio governo fino alla scadenza naturale del 2025.

In Italia Fratelli d’Italia, guidato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, si è attestato al primo posto, ottenendo il 28,8% dei voti. Staccato di 4 punti il Pd di Elly Schlein, che ha strappato il 24,1% delle preferenze. “Deludente”, per dirla con le parole di Giuseppe Conte, il risultato del M5S, sceso al 9,99%. Alterne le fortune degli altri partiti, con Forza Italia (9,6%) che supera – seppur di poco – la Lega di Matteo Salvini (9%). Sorprendente l’affermazione di Alleanza Verdi e Sinistra che ha ottenuto il 6,8% e 6 seggi all’europarlamento (nel 2019 si erano presentati separati, non oltrepassando lo sbarramento del 4%). Sparito il centro liberale, con Stati Uniti d’Europa (3,8%) e Azione (3,4%) che non superano la soglia del 4%. Una mancanza che pesa sul gruppo parlamentare europeo Renew, uscito fortemente ridimensionato da queste elezioni (- 23 seggi).

Se quello degli astenuti fosse un partito politico, sarebbe in assoluto il più grande, scelto da oltre il 50% degli italiani. I dati ci mostrano come la partecipazione al voto europeo nel nostro paese si sia assottigliata progressivamente. Nell’arco degli ultimi 30 anni sono stati persi il 25% dei votanti, passando dal 74,65% degli aventi diritto nel 1994 al 48,30% di questa tornata elettorale. Se facciamo un salto indietro al 1979, vediamo che votarono per le elezioni europee oltre l’85% degli aventi diritto italiani. Un’altra epoca, dove la partecipazione al voto era fortemente sentita, mentre paradossalmente le scelte politiche di Bruxelles sulle nostre vite sono molto più incisive oggi. 

Interessante osservare infine come in questo 2024 la partecipazione al voto complessiva in Europa superi per la prima volta quella in Italia, pur fermandosi al 51%, che è comunque il dato migliore registrato in Ue dal 1994 (56,67%). I paesi con l’affluenza più alta sono Belgio (89,82%), Lussemburgo (82,29%) e Malta (73%), mentre la partecipazione al voto più bassa è stata registrata in Croazia (21,34%), seguita da Lituania (28%) e Bulgaria (33,79%).