Alluvione Emilia Romagna, Aic: “Colpite 2 aziende agricole su 5” L’elaborazione dell’Associazione italiana coltivatori sui dati della Protezione Civile. Bonaccini: “L’agricoltura è il settore più duramente colpito”

Roma, 23 giugno 2023 – Due aziende agricole su cinque sono state colpite direttamente dall’alluvione dell’Emilia Romagna, con danni che si aggirano in media su oltre 70mila euro per singola azienda. E’ quanto emerge dall’elaborazione dell’Associazione Italiana Coltivatori sui dati della Protezione Civile, presentata nel corso del decimo congresso di Aic a Roma. “Sono enormi le perdite causate dalla recente ondata di esondazioni e dalle conseguenti frane che hanno colpito l’Emilia-Romagna, che mettono a dura prova lo spirito regionale del ‘tin bota’”, commenta Giuseppino Santoianni, presidente di Aic.

L’agricoltura è il settore più drammaticamente colpito dall’alluvione che si è abbattuta sull’Emilia Romagna. E c’è il rischio di pagare un conto salatissimo se non si interviene subito. Per questo al Governo chiediamo risorse e una tregua fiscale per dare sollievo a famiglie e imprese”. E’ l’allarme lanciato dal presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, intervenendo al congresso, dove ha ricordato come “la stima provvisoria per le colture romagnole è di circa 1,1 miliardi, all’interno di una ricognizione di quasi 9 miliardi di danni causati dall’alluvione”.

Rispetto all’export il comparto agricolo alimentare dell’Emilia Romagna vale 9 miliardi: se si ferma la locomotiva d’Italia, si ferma l’Italia”, ha aggiunto Bonaccini, che si è poi rivolto alla platea di piccoli e medi coltivatori: “Dobbiamo stare a fianco dei nostri imprenditori agricoli perché il loro è uno dei settori più importanti del Made in Italy. Sono disposto a incontrarvi al più presto”.

Fra le aziende coinvolte direttamente, i danni maggiori si sono riscontrati nelle coltivazioni, in particolare quelle ortofrutticole e vitivinicole. Per quanto riguarda quest’ultime, sono stati compromessi dall’alluvione più di 27.000 ettari coltivati a vite che nel peggiore dei casi dovranno essere ricostruiti da zero e ciò implica tre anni di tempo con più di 540 milioni di euro di spesa. Ugualmente per le pesche e le albicocche, dove gli ettari coinvolti sono 7.500 e 4.500 con costi che superano – rispettivamente – 146 milioni di euro e 74 milioni di euro a cui si aggiungono poi i mancati ricavi che durante i tre anni necessari per arrivare alla piena produzione ammontano all’incirca in 150 milioni di euro per le pesche e 87 milioni di euro per le albicocche.

L’alluvione poi non ha risparmiato le api, infatti una arnia su tre presente in regione è andata perduta creando ripercussioni dirette sul mondo vegetale per via dell’importante ruolo ecosistemico che svolgono nell’impollinazione.

Mentre per quanto riguarda gli allevamenti sono circa 5.000 le aziende zootecniche che hanno subito ingenti perdite (suini, bovini e avicoli) a causa degli “straordinari” eventi climatici.

Ai danni diretti si sommano poi quelli indiretti causati dall’interruzione delle attività produttive e di commercio e risulta urgente intervenire al più presto per il ripristino della viabilità, per interrompere la spirale negativa generata dall’incertezza sulle vie di comunicazione e quindi del commercio che rischia di inghiottire molte aziende agricole. La regione stima oltre 750 milioni di euro solo per quanto riguarda i danni alla mobilità locale.