Donne, Santoianni: “L’impegno per le pari opportunità dura 365 giorni all’anno”
Mentre con l’allontanarsi dell’8 marzo si sta affievolendo l’attenzione pubblica sull’uguaglianza di genere, torna sul tema il Presidente dell’AIC, Giuseppino Santoianni, che dichiara: “Quello per le pari opportunità è un impegno costante, su cui rimanere vigili continuamente, e soprattutto è un impegno che dura 365 giorni all’anno e non lo spazio di un tweet“. L’Associazione Italiana Coltivatori porta scolpito nel suo statuto l’obiettivo del rafforzamento delle donne, della loro autonomia e delle loro imprese. Dal lontano 1969, quando l’organizzazione è nata, molto è accaduto su tutti questi fronti, e alcune significative battaglie sono state vinte, ma molte altre ancora no. “Per dipiù abbiamo altri fronti aperti laddove negli anni si sono aggiunte nuove categorie doppiamente svantaggiate, come le donne immigrante, che secondo i dati su perdita dell’occupazione e sfruttamento sul lavoro, sono le più fragili tra i fragili. Un quadro che non ci lascia indifferenti”, aggiunge Santoianni.
Sul fronte dell’imprenditoria pesano i dati sulle imprese al femminile “bruciate” dalla pandemia, questione che si acutizza ulteriormente per le imprenditrici under 35. “Un problema antico – quello del lavoro domestico e di cura – che si ripresenta perché gli strumenti messi a disposizione dallo Stato sono ancora insufficienti e durante la pandemia sono stati spesso del tutto azzerati”, – commenta Santoianni – “anche per questo tra le nostre proposte per il PNRR c’è quella di avviare in modo strutturato e non solo sperimentale gli agri asilo e i servizi pubblici erogati appoggiandosi alle strutture messe a disposizione del settore pubblico dalle imprese agricole delle zone interne. Queste aziende sono a volte l’unico presidio in territori dove occorre fare molti chilometri per raggiungere gli edifici pubblici che erogano i servizi di base”. Insomma, per aiutare concretamente le donne occorre rafforzare l’infrastruttura sociale del Paese.
Ed occorre fare presto perché gli ultimi dati dell’Istat sono più che allarmanti. A fronte di un calo occupazionale generalizzato nel 2020, a pagare il prezzo più alto sono le donne, per le quali si verifica un calo del 2,5%, pari a 249 mila posti di lavoro andati perduti, a fronte del -1,5% tra gli uomini. Aumenta inoltre tra le donne il tasso di inattività, ovvero il numero di persone che smettono di cercare un lavoro. Un forte segno di sfiducia. Un pessimo clima anche per le aziende. “In AIC siamo orgogliosi di avere oltre il 30% di aziende associate guidate da donne, ma questo non basta. Ecco perché la nostra scommessa sul futuro è quella di sostenere le start up di giovani donne, anche accompagnandole nel percorso di accesso al credito, che è più difficoltoso per loro. Un ulteriore barriera da abbattere insieme”, conclude Santoianni.
L’Associazione Italiana Coltivatori ha dato vita a una campagna di ascolto delle imprenditrici agricole, che continuerà sui nostri social nei prossimi giorni. Seguici su Facebook, su Instagram e su Youtube.