Biologico, AIC: Italia riconosca e valorizzi la rilevanza strategica dell’agricoltura bio

“Siamo contenti che Bruxelles inizi a dare concretezza alle strategie Dal produttore al consumatore e sulla Biodiversità, riconoscendo l’apporto positivo su più piani dato dagli agricoltori biologici”. Lo dichiara il Presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori Giuseppino Santoianni a proposito del via libera dato dalla Commissione europea al Piano d’azione per lo sviluppo della produzione biologica. “Attenzione però a pensare che sia già tutto predisposto, l’Europa ci lascia ampi margini di manovra nazionale e fa bene perché attualmente in UE la quota di terreni a coltivazione biologica varia da paese a paese dallo 0,5% a oltre il 25%”, prosegue Santoianni. Il Piano punta all’obiettivo del 25% di terreni europei coltivati con metodo biologico entro il 2030, individuando 23 azioni incardinate su 3 assi: stimolare i consumi; aumentare la produzione; migliorare ulteriormente la sostenibilità del settore. “Noi in Italia siamo a quota 15%, per questo entro il 2030 possiamo e dobbiamo superare la quota fissata dal Piano europeo. Ma ancora più importante è il come. Il nostro piano d’azione nazionale deve incentivare la transizione al biologico promuovendo e rafforzando in primis le aziende biologiche esistenti, coloro che hanno aperto una strada difficile credendo in questo modello alternativo di produzione. I lunghi anni di investimento e cura sono buone pratiche che le istituzioni italiane devono valorizzare. Inoltre il Governo Draghi tenga conto che rafforzare le aziende biologiche esistenti è anche un modo per aiutare il Mezzogiorno, dove molte di queste aziende sono concentrate e dove i biodistretti previsti dal Piano d’azione europeo sarebbero uno strumento utilissimo, a patto che il Piano italiano li disegni quali efficienti strumenti di sviluppo sostenibile”, conclude il Presidente dell’AIC.