Lavoro, AIC: serve un piano nazionale casa per 10mila braccianti ghettizzati

“Una mappa nazionale dei luoghi dello sfruttamento e dei diritti negati che chi si occupa di lavoro già conosce, ma ora con questa pubblicazione del Ministero del Lavoro non è più permesso a nessuno voltarsi dall’altra parte”. Così Giuseppino Santoianni, Presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori a commento del rapporto ‘Le condizioni abitative dei migranti che lavorano nel settore agroalimentare’ pubblicato oggi dal Ministero del Lavoro e dall’Anci. Sono 38 i Comuni che hanno segnalato la presenza di 150 insediamenti informali, con sistemazioni di varia natura e presenze che vanno dalle poche unità alle migliaia di persone.

“I braccianti migranti che lavorano nell’agricoltura italiana contribuiscono fattivamente a portare il cibo made in Italy nelle tavole di tutto il mondo. Ma le condizioni di degrado e mancanza di servizi minimi in cui versano gli insediamenti calpestano i principi fondamentali della nostra Costituzione” – continua Santoianni – “Con la loro diffusione in ben 11 regioni è evidente la portata nazionale di questa piaga, che proprio a livello nazionale deve essere affrontata, con l’ausilio di strumenti che permettano di riscattare le persone sfruttate. In primis offrendo loro una vera chance di uscita, dando protezione nel percorso di denuncia di padroni e caporali e una possibilità concreta di rompere il cerchio dello sfruttamento costruendo un diverso percorso lavorativo e di vita”.

Il Presidente dell’AIC chiede al Ministro Orlando di andare avanti: “Con 200 milioni di euro del Pnrr investiti costruiamo un piano per dare “case” degne di questo nome a 10mila lavoratori”, conclude Santoianni.