
Mani che impastano, mani che coltivano: il contributo AIC al convegno INAP alla Camera dei Deputati.
Ieri si è tenuta presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, il convegno “Il pane italiano tra tradizione e futuro”, promosso da INAP – Istituto Nazionale Assaggiatori di Pane, con l’obiettivo di accendere i riflettori su uno dei simboli più rappresentativi del patrimonio agroalimentare italiano.
Nella giornata di ieri si è tenuto presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, il convegno “Il pane italiano tra tradizione e futuro”, promosso da INAP – Istituto Nazionale Assaggiatori di Pane, con l’obiettivo di accendere i riflettori su uno dei simboli più rappresentativi del patrimonio agroalimentare italiano. Al centro del dibattito, le prospettive della filiera del pane tra crisi delle materie prime, difesa della qualità artigianale e nuove sfide legate alla sostenibilità ambientale, economica e sociale.
All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, l’On. Maria Chiara Gadda, Vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati in qualità di moderatrice, Paolo Caracciolo, Segretario Generale di Roma Capitale, e Giampietro Coppola, Sindaco di Altomonte, per i saluti istituzionali, oltre a Walter Cricrì, Direttore dell’INAP, Vincenzo Barbieri, Presidente dell’INAP Chef e socio AIC, e Atenaide Arpone, Responsabile Magazines di Italian Gourmet, che sono intervenuti nel corso dei lavori.
Anche l’Associazione Italiana Coltivatori (AIC) ha contribuito al dibattito con un articolato documento di posizione, offrendo un’analisi approfondita sullo stato attuale del comparto e sulle misure necessarie per garantirne un futuro solido e competitivo.
L’AIC ha sottolineato la necessità di rafforzare la produzione nazionale di grano tenero, incentivando la coltivazione di varietà locali e grani antichi, più resilienti ai cambiamenti climatici e simbolo della biodiversità italiana. Centrale, nel contributo dell’Associazione, è stato anche il rilancio dei contratti di filiera tra agricoltori, molini e panificatori, strumento essenziale per garantire tracciabilità, stabilità dei prezzi e sostenibilità lungo tutta la catena produttiva.
Tra le proposte avanzate, l’introduzione di una legge nazionale sull’etichettatura del pane, che preveda l’obbligo di indicare l’origine delle farine e il metodo di produzione, e l’adozione di un bollino di qualità per il pane artigianale di filiera corta, utile a tutelare i prodotti locali e rendere più consapevoli le scelte dei consumatori.
È stato inoltre evidenziato il valore culturale e sociale della panificazione italiana, un sapere diffuso e tramandato nei territori, che merita un piano di tutela e rilancio condiviso, in grado di coniugare tradizione, qualità e innovazione.
Per AIC, il pane non è solo un alimento: è identità, è territorio, è lavoro. Difendere la filiera artigianale del pane significa difendere l’agricoltura italiana, sostenere chi produce con cura e responsabilità, costruire un futuro più giusto e sostenibile. E noi saremo in prima linea, con proposte concrete e visione strategica, perché non c’è futuro del pane senza chi lo coltiva.