L’AIC alla Festa della Comunità Sikh: gli interventi

L’evento si è svolto il 4 maggio a Mantova, presso i giardini di Palazzo Tè, e ha rappresentato un’importante occasione per sottolineare il solido legame tra l’AIC e una delle comunità più rappresentative del nostro Paese

Discorso Presidente Associazione Italiana Coltivatori, Giuseppino Santoianni

Gentilissimo Presidente Singh e gentilissimi tutti voi che siete oggi qui convenuti per questa importante festa della comunità Sikh,

sono onorato di essere stato invitato in rappresentanza dell’Associazione Italiana Coltivatori, che da 55 anni assiste e supporta coloro che amano la terra e hanno scelto di esserne protettori.

In questo di momento di identità, di orgoglio, di spiritualità, di preghiera e di grande accoglienza  

permettetemi di ringraziare il massimo rappresentante della vostra comunità per averci aperto le porte come Associazione affinché possiate trovare nell’AIC un punto di riferimento, di ascolto e di supporto attraverso le sedi presenti sul territorio nazionale e non solo nella storica città di Mantova.

La cultura Sikh ha qualcosa di raro perché custodisce l’equilibrio tra forza e gentilezza, tra disciplina e comprensione, ma anche per il sentimento di generosità che è insito nel vostro carattere. 

Inoltre, la cultura Sikh è permeata da principi che richiamano i valori che sono alla radice del lavoro dei coltivatori e sono custodi di un credo sapiente nella “energia” quale fonte di ispirazione e di filosofia di vita.

Oltre i valori che contraddistinguono la vostra comunità, non possiamo che schierarci al Vostro fianco per contribuire a realizzare per la piena inclusione ed integrazione nella società italiana.

Il lavoro onesto e diligente, portato avanti con passione e impegno, non è solo un mezzo di sostentamento, ma sottolinea l’importanza di un’attività svolta con integrità e dedizione, valori fondamentali nell’agricoltura.

L’idea che i frutti del proprio lavoro vengano messi anche a disposizione degli altri, in un’ottica di solidarietà e sostegno reciproco rappresentano anche per noi dell’Associazione Italiana Coltivatori il valore della condivisione.

Per tutto questo, con la nostra partecipazione a questa importante giornata per la vostra comunità, vogliamo avviare insieme a Voi un percorso comune fatto di opportunità per tutti.

Sappiamo che, ancora oggi, troppo spesso il lavoro, e in particolare quello agricolo, può essere sinonimo di sfruttamento, di isolamento, di diritti negati: una situazione che non abbiamo mai accettato e e per la quale rinnoviamo il nostro impegno a lottare con voi, a pochi giorni dalla Festa del Primo Maggio e a quasi un anno dalla tragica scomparsa di Satnam Singh

Quasi trent’anni fa avete piantato un seme facendo crescere in Italia la vostra comunità che conta oggi oltre 300 mila, di cui quasi 7 mila nella sola città di Mantova, lavorando duramente, costruendo famiglie, imprese, amicizie e relazioni durature.

Grazie per tutto quello che fate e per aver reso questa terra anche vostra. 

Discorso Presidente Associazione Sat Sri Akaal, Singh Bal Raij

Questa non è solo una festa della comunità Sikh, non è solo una occasione per stare insieme ; è soprattutto un momento di presentazione agli altri, un tentativo di presentarci al paese che ci ospita dichiarando chi siamo e come siamo nel tentativo di conoscerci meglio, di accettarci reciprocamente non perché ci siamo ma perché ci convinciamo che è un vantaggio per tutti creare le migliori condizioni di convivenza.


La Comunità indiana in Italia contava nel 2021 153.946 unità che rappresenta il 20,4% della comunità indiana in Europa. La Lombardia è la regione con più residenti indiani seguita dal Lazio e dal Veneto. I minori contano 37.500 unità e di questi risultano iscritti all’anno scolastico 2020/2021 ben 25.436 scolari ; questo significa un alto tasso di scolarità e denota il forte senso di responsabilità familiare e civica delle nostre famiglie.


Il tasso di occupazione risulta essere del 56,7% e, se consideriamo che molte donne si dedicano prevalentemente alla economia domestica occupandosi della gestione familiare, è facile capire come la maggior parte di noi risulta impegnato nel lavoro.


I settori in cui è maggiormente presente la forza lavoro indiana sono per il 44% l’industria e per il 37% l’agricoltura che rappresenta, a buona ragione, una specializzazione produttiva dando a questo paese un notevole contributo di manodopera e di abilità produttive.


Il quadro relativo al mercato del lavoro si completa considerando la dimensione imprenditoriale della comunità indiana che al 31 dicembre 2020 contava ben 7.532 titolari di imprese individuali operanti sul territorio italiano.


Una comunità laboriosa e dedita al lavoro come questi dati economici testimoniano e parsimoniosa, come dimostrano le rimesse inviate in India nel 2020 per € 311 milioni.


Appare evidente la laboriosità, la serietà di questo nostro popolo, la sua affidabilità alla ricerca di lavoro, benessere, realizzazione personale e familiare ; questo è alla base dell’ alto tasso di stabilizzazione che nel 2020 vede il 60,9% di cittadini indiani titolari di un permesso di soggiorno di lungo periodo.
Risultano, inoltre, acquisizioni di cittadinanza nel 2021 per 4.489 indiani.


Questa è la nostra fotografia, il nostro biglietto da visita : lavoro, famiglia, istruzione, rispetto.


Sappiamo bene, comunque, che l’immigrazione extracomunitaria ha un grande peso nella costruzione del senso di allarme presente in questo paese e non vogliamo in questa sede affrontare la fondatezza di questo allarme. Ci piace, però, richiamare alcuni dati resi dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno secondo cui la comunità filippina e quella indiana presentano un bassissimo indice di criminosità.


Soprattutto tra le prime sei nazionalità per numero di denunciati e arrestati non figurano cittadini di nazionalità indiana ; al contrario le percentuali di reati commessi da indiani sono modestissime e se si considera che tra questi reati risulta il porto del kirpan, l’indice di criminosità è quasi nullo.


Amici, siamo certamente una comunità esemplare per operosità, per senso civico, per responsabilità di comportamento. La nostra è una comunità rispettosa ed integrata di cui dobbiamo andare fieri ; di questo sono consapevoli anche le autorità locali alle quali tuttavia dobbiamo chiedere una maggiore attenzione per la possibilità di rispettare i nostri doveri religiosi.

Gli obblighi di indossare il turbante, il kanga, il kara, il kacchara non comportano alcuno sforzo di tolleranza da parte dell’ordinamento di questo paese. Sono obblighi che impegnano i Sikh ad un rigoroso rispetto, come pure siamo impegnati ad indossare il kirpan per il quale esiste un divieto che si traduce molto spesso in denuncia di reato con necessario ricorso a spese legali per la difesa in giudizio.. Dobbiamo sviluppare una azione di richiesta per ottenere il permesso di portare il kirpan convincendo le autorità che questo nostro pugnale non rappresenta un’ arma per noi, non rappresenta uno strumento di offesa ma simboleggia la virtù della resistenza al male come la croce per i cristiani non rappresenta uno strumento di tortura e di morte ma di salvezza e di redenzione.


Amici, saremo tanto più sicuri quanto più saremo uniti, saremo tanto più rispettati e ascoltati quanto più presenti come soggetti organizzati, saremo tanto più italiani quanto più la nostra cultura, i nostri costumi si contamineranno della cultura e dei costumi di questo paese e risulterà questo paese tanto più arricchito quanto più si contaminerà delle nostre migliori tradizioni e delle nostre virtù più alte.


Cresceremo insieme rispettandoci reciprocamente, apprezzandoci se l’obiettivo della integrazione sarà uno sforzo di reciproca comprensione e di reciproco rispetto; tutto sarà più facile e naturale se l’obiettivo della integrazione sarà scopo comune di diventare un solo corpo sociale ricco di esperienze culturali diverse, di tradizioni forti e rispettate, di sentimenti sociali e civici condivisi.


Ci presentiamo così con questo spirito di rispetto, ci collaborazione e di integrazione nell’ interesse delle ragioni dello stare insieme nel rispetto di quella identità europea fondata sul riconoscimento e la difesa dei diritti fondamentali dell’uomo, sulla conservazione di quello stato sociale attento alle esigenze e alla tutela dei più deboli, sulla comune cultura nata dall’incontro tra culture diverse

W l’ Italia , W l’India