
Il dono silenzioso delle piante, radice del nostro futuro – Giornata Internazionale delle Foreste 2025
In occasione della Giornata Mondiale delle Foreste, istituita nel 2012 dalle Nazioni Unite, vale la pena fermarsi a riflettere sul ruolo strategico che questi ecosistemi svolgono sull’ambiente, l’economia e la salute delle persone.
Le foreste non parlano, ma agiscono. Sono alleate silenziose nella lotta alla crisi climatica, risorsa strategica per il futuro dei territori e della salute pubblica, delle infrastrutture ecologiche fondamentali. Eppure, troppo spesso vengono considerate solo come sfondo paesaggistico, anziché come protagoniste di una transizione ecologica necessaria.
In occasione della Giornata Mondiale delle Foreste, istituita nel 2012 dalle Nazioni Unite, vale la pena fermarsi a riflettere sul ruolo strategico che questi ecosistemi svolgono. Il tema scelto per il 2025, “Foreste e cibo”, invita a guardare ai boschi non solo come riserve naturali, ma come pilastri di sistemi agricoli resilienti. Le foreste nutrono i suoli, proteggono le risorse idriche, regolano i microclimi, prevengono l’erosione e contribuiscono alla sicurezza alimentare.
In Italia, la superficie forestale supera gli 11 milioni di ettari, un dato in crescita che però nasconde criticità strutturali. Aree troppo spesso abbandonate o mal gestite, esposte a vulnerabilità crescenti. Secondo l’ultimo rapporto ISPRA, tra il 1997 e il 2020 è aumentato il fenomeno della defogliazione, con un preoccupante picco nel 2023: il 45% delle latifoglie e delle conifere ha mostrato segni di stress, a causa di fattori combinati come inquinamento atmosferico, eventi climatici estremi, parassiti e incendi.
Senza una visione integrata che coinvolga agricoltura, gestione forestale e politiche territoriali, questo patrimonio rischia di trasformarsi in una fragilità. Serve invece un cambio di passo, che rimetta le foreste al centro delle strategie di sviluppo sostenibile.
“Le foreste non sono solo patrimonio naturale: sono infrastrutture ecologiche essenziali per il futuro dell’agricoltura e del Paese – dichiara Giuseppino Santoianni, presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori –. Dove c’è agricoltura, c’è cura del territorio, contrasto al dissesto idrogeologico e prevenzione degli incendi. Serve una gestione attiva, sinergica, con un presidio umano costante delle aree interne.”
Ed è proprio l’agricoltura a poter offrire le soluzioni più concrete. I sistemi agroforestali, la valorizzazione del paesaggio rurale, la manutenzione dei versanti montani e collinari rappresentano strumenti efficaci per fermare l’abbandono e favorire l’adattamento ai cambiamenti climatici. Investire in filiere corte del legno, sostenere la multifunzionalità delle imprese agricole e promuovere progetti di gestione forestale sostenibile significa anche generare nuova occupazione e dare impulso alle economie locali.
“Ripartire dalla terra, dal paesaggio, dalla funzione ecologica e produttiva delle foreste è oggi una priorità – sottolinea Santoianni –. Per noi significa integrare agricoltura, forestazione, formazione e innovazione, riconoscendo il ruolo attivo degli agricoltori nella gestione sostenibile del territorio. Non c’è futuro sostenibile senza una natura abitata, vissuta, curata.”
Ma i benefici delle foreste non si fermano all’ambiente o all’economia. Numerosi studi confermano gli effetti positivi della vegetazione sul benessere psico-fisico delle persone. Nelle scuole, la presenza del verde è associata a un aumento del rendimento del 30% e a una netta diminuzione dei fenomeni di bullismo. Negli ospedali, piante e alberi contribuiscono a ridurre fino al 40% i tempi per il rinsaldamento del femore. La natura, quando è parte della quotidianità, abbassa l’ansia, migliora la concentrazione, rafforza il senso di comunità.
Una sfida che è ambientale, economica e sociale insieme. E che interpella tutti: politica, mondo produttivo, cittadini. Perché solo attraverso una visione condivisa, concreta e lungimirante, le foreste potranno tornare a essere ciò che sono sempre state: la radice viva del nostro futuro.
Dal web abbiamo trovato un video di Teleambiente con il contributo del professor Stefano Mancuso vi lasciamo qui il link