
I trend dell’Agri-food 2025-2030 e alcune politiche di supporto
I consumatori stanno compiendo scelte più sostenibili. I movimenti green spingono i governi ad investimenti nel settore agricolo. La sintesi sta nella cooperazione.
di ELISA CAVRENGHI
Il 2025 apre il lustro in cui si concluderà l’Agenda 2030 e in cui assisteremo alla vittoria, o sconfitta, della prima tappa dell’accordo di Parigi per il clima: un lustro fondamentale per la sostenibilità climatica ed ambientale.
I consumatori (in Occidente, Centro e Sud America, Asia) stanno già contribuendo per questi obiettivi, grazie a scelte alimentari, e non, più “verdi”.
Diete salutistiche e vegetali, superfoods, produzioni biologiche e locali danno una spinta al settore dell’agri-food, essendo tra i trend responsabili di una prospettiva di mercato globale in aumento del 5% circa. Altri sono:
- Frutta e verdura etnica
- Innovazioni varietali
- Prodotti di IV e V gamma nutrienti ed economici
- Confezioni sostenibili
- Alta qualità e salubrità dei prodotti
Il filo rosso di questi trend è senz’altro la rinnovata consapevolezza di “cibo-medicina”. La domanda a questo punto è: i medio-piccoli produttori e trasformatori dell’ortofrutta riusciranno a soddisfare il mercato?
Nel 2025 un ortaggio sostenibile è sempre più sinonimo di agricoltura di precisione e di coltivazione fuori suolo. L’attenzione, poi, verso l’utilizzo di tecniche quali la biostimolazione e gli eustress (v. box) si fa sempre più concitata; da approfondire la biofortificazione, per soddisfare l’ondata salutistica, così come la produzione di germogli e microgreens, i “superfoods”, e di funghi, ampiamente utilizzati insieme alle leguminose per sostituire le proteine animali.
Certamente il consumatore richiede tutto questo, ma tra inflazione, conflitti e instabilità politiche non vuole spendere. La GDO, spesso ostile agli interessi delle pmi agricole, rimane infatti ancora il luogo preferito dove acquistare.
La soluzione (a noi sembra scontato dirlo) potrebbe essere la cooperazione, che da un lato permetterebbe un investimento comune sulla ricerca agronomica e su impianti di trasformazione, dall’altro renderebbe gli agricoltori finalmente interessanti agli occhi dei grandi colossi, con numeri di prodotto importanti e una struttura organizzata alle spalle.
Effettivamente nel mondo, nell’ultimo anno, sono nate diverse forme associative agricole, soprattutto laddove mancavano (o erano poche).
Un ulteriore sostegno per ridurre i costi produttivi arriva dalle istituzioni. I movimenti green hanno spinto i governi di tutto il mondo a intensificare gli investimenti nel settore agricolo. Di seguito alcune misure promosse in Italia:
- Credito d’imposta per investimenti finalizzati alla riduzione dell’impatto energetico (maggiorato per le imprese del Mezzogiorno grazie alla ZES Unica)
- Contributi fino a € 3.000.000 per interventi di miglioramento aziendale – PSR PAC 2023-2027