Coltiviamo la visione del futuro possibile

L’orizzonte strategico per l’agricoltura: il punto di vista del Presidente Giuseppino Santoianni

L’agricoltura europea sta entrando in una fase di cambiamento profondo, spinta da tensioni geopolitiche, crisi climatiche e nuove sfide di mercato. Con la presentazione della sua “Visione a lungo termine per l’agricoltura e l’alimentazione”, la Commissione europea prova a delineare un nuovo orizzonte strategico per il settore. Il documento integra in un quadro unitario temi già noti – come il reddito agricolo, la lotta alle pratiche sleali, la semplificazione amministrativa, il commercio extra-UE, la cooperazione internazionale, il ruolo dei giovani e delle donne, l’innovazione e lo sviluppo rurale – affiancando nuove priorità come il rilancio della bioeconomia e il carbon farming.

L’Associazione Italiana Coltivatori (AIC) accoglie con favore l’impostazione complessiva della Visione. È una strategia che finalmente riconosce la complessità e il potenziale dell’agricoltura europea. Una visione pragmatica che deve però tradursi in strumenti concreti per imprese e lavoratori. Centrale il tema della distribuzione del valore lungo la filiera: la Commissione ha avviato la revisione del Regolamento OCM e della proposta di Regolamento sulle autorità di contrasto che applicano la Direttiva sulle pratiche commerciali sleali (UTP). Interventi necessari ma l’armonizzazione europea non deve comportare un arretramento delle tutele nazionali. L’obbligo di forma scritta nei contratti agricoli – come previsto dalla normativa italiana – è una garanzia irrinunciabile.

Altrettanto importante sarà una definizione chiara e condivisa delle pratiche sleali, così come il riconoscimento dell’intollerabilità delle vendite sottocosto, Coltiviamo la visione del futuro possibile su cui vigilerà il nuovo Osservatorio europeo sui prezzi. Anche la semplificazione amministrativa è in primo piano: entro il 2025 la Commissione presenterà due pacchetti normativi, uno dedicato alla PAC e uno generale. Ma snellire le procedure, soprattutto per giovani e nuove imprese, è una priorità. Le regole devono essere più accessibili e i tempi compatibili con i cicli produttivi. Non meno rilevante il tema delle risorse. La Visione richiama la necessità di investimenti pubblici adeguati per sostenere la transizione verde e rafforzare la resilienza del settore, affiancando la mobilitazione di capitali privati.

Noi dell’AIC condividiamo l’impostazione, a patto che non si traduca in una riduzione del sostegno pubblico o nell’accorpamento della PAC con altri fondi come quelli di Coesione. La PAC deve restare uno strumento autonomo e strategico. In vista della riforma post-2027 della PAC, l’AIC guarda con favore alla semplificazione e a incentivi più efficaci, chiedendo però una revisione degressiva dei pagamenti diretti, a beneficio delle PMI agricole e delle aree interne. Centrale anche il tema del ricambio generazionale in merito al quale la Visione prevede misure su accesso alla terra, credito, formazione e innovazione.

Tuttavia, per favorire davvero il passaggio generazionale, servono politiche integrate. E per questo proponiamo l’introduzione di strumenti europei per il coaching intergenerazionale nella prossima PAC, basati sulle buone pratiche già attive in alcuni Stati membri. Infine, il documento dedica attenzione all’imprenditoria femminile, prevedendo la creazione di una piattaforma europea – come citato nell’intervista dell’onorevole Laureti – che è un punto di partenza positivo, ma non sufficiente. Servono politiche attive e misurabili per rimuovere gli ostacoli strutturali e promuovere l’empowerment femminile nel settore agricolo