Sulle colline a pochi chilometri dalla città di Todi dalla ristrutturazione di un casale abbandonato la nascita
di un’azienda agricola che produce oli di qualità e vini d’autore

Vincenzo Alvaro

Sulle colline umbre in località Boschetto, a Todi, dall’idea di recupero di casolari abbandonati, con un passato glorioso legato ad un importante podere agricolo, nasce Passo della Palomba, oggi affermata realtà produttiva di olivicoltura e centro nevralgico di eno ed olio turismo. È stato amore a prima vista quello tra la famiglia Gilotti e il luogo dove oggi sorge l’azienda con una vista mozzafiato che spazia su tutta la valle del Tevere da sud a nord fino a individuare Assisi, il monte Subasio e i monti Martani.

Alessandro Gilotti ingegnere ex manager di successo del settore petrolifero oggi sommelier dell’olio e del vino ed assaggiatore professionista l’anima legata alla terra l’aveva sempre avuta. Da piccolo frequentava il mercato di Orvieto, fuori le mura, imparando dalla madre a scegliere le primizie migliori che le contadine mettevano in bella mostra. E quando con la moglie Claudia – anche lei con la passione per la campagna – e i figli Stefano e Luca decisero di acquistare la tenuta Passo della Palomba (che deve il suo nome al passaggio stagionale delle palombe dall’Africa al nord Europa e viceversa) quel sogno nel cassetto di legarsi ad una esperienza di agricoltura di qualità riprese vigore e dopo la ristruttrazione dei casali, divenne realtà. 

Da lì in poi tutto è stato un crescendo. L’azienda – estesa per quasi 80 ettari di vigneti oliveti e seminativi nei quali risiedono oltre 7mila ulivi tra i quali quelli secolari inseriti nella rete dei Presidi Slow Food dell’olio italiano – si caratterizza per le cultivar Moraiolo, Leccino, Frantoio, San Felice, Dolce Agogia, Don Carlo e Pendolino. Da questi uliveti si producono 5 oli monovarietali: Moraiolo, Frantoio, Leccino, Dolce Agogia e Don Carlo e due blend vincitori negli anni di molti premi nazionali ed internazionali. Il raccolto avviene precocemente e manualmente a partire dalla prima settimana di ottobre e le olive sono molite entro poche ore nel piccolo ma tecnologico frantoio aziendale a due fasi dedicato al solo utilizzo personale. 

Con lo stesso olio extravergine di oliva di altissima qualità l’azienda, sotto la supervisione di Claudia e Alessandro, si produce una linea di prodotti per la cosmesi e la cura del corpo a base totalmente vegetale e cioccolate spalmabili a base di olio di oliva. si producono anche quattro vini  “d ‘autore” due bianchi e due rossi grazie ai vigneti della tenuta.

Vigneti e seminativi completano il quadro produttivo per un’azienda che ha scelto la linea del BtoC, eliminando intermediari, e vendendo direttamente prodotti di grandissima qualità al consumatore finale. Negli anni si è fatta riconoscere per la cura del paesaggio che la fa apprezzare dagli innumerevoli visitatori e per la sua spiccata professionalità nell’assaggio e degustazione degli oli prodotti e nell’accoglienza turistica e di recente ha vinto il Premio come Miglior Frantoio/Azienda Olivicola nel Secondo Concorso Nazionale del Turismo dell’Olio promosso dall’Associazione Nazionale Città dell’Olio.

Sulla collina di Cecanibbi, a 3 km da Todi, a circa 450 metri d’altezza, uno dei luoghi più caratteristici è “la casina della caccia“, un antico appostamento da dove l’originario padrone della tenuta cacciava le palombe comodamente seduto vicino al camino, con la canna del fucile che usciva dalla finestrella appositamente orientata. È stata recentemente restaurata e attrezzata con acqua ed elettricità e per raggiungerla basta fare una bella passeggiata in salita inoltrandosi nel bosco.

«Oli di qualità e vini d’autore» è il claim che anima questa esperienza oggi presente con vendite dirette anche in Stati Uniti, Europa, Canada, Australia, segno evidente di una reputazione di alto valore, frutto di anni di duro lavoro e una calorosa ospitalità familiare che rende questo luogo, caratterizzato anche da terrazzamenti con muri a secco, unico nel suo genere e speciale per chi ama immergersi in una dimensione moderna di oleoturismo, ma con l’anima radicata nel tradizione del passato.

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