Pomo-d’oro, un ortaggio arrivato da lontano

Il termine pomodoro fu introdotto nel 1544 dal medico-botanico senese Pietro Andrea Mattioli. Lo studioso utilizzò l’espressione pomi d’oro per designare i frutti gialli della pianta, ispirandosi al loro colore dorato.

Il termine pomodoro fu introdotto nel 1544 dal medico-botanico senese Pietro Andrea Mattioli. Lo studioso utilizzò l’espressione pomi d’oro per designare i frutti gialli della pianta, ispirandosi al loro colore dorato. Successivamente, nel 1554, menzionò anche la varietà rossa, sottolineando la diversità cromatica di questo ortaggio.

In altri paesi europei si adottarono, invece, denominazioni diverse: in Francia, fu chiamato pomme d’amour (mela d’amore) e in Inghilterra love apple, a causa della reputazione afrodisiaca attribuita al frutto. Si ricorda che nella mitologia greca – mito delle Esperidi – le “mele d’oro” erano simbolo di desiderio e bellezza.

Dal punto di vista botanico, appartiene alla famiglia delle Solanaceae, al genere Solanum (classificazione di Linneo) e alla specie Lycopersicon esculentum secondo quella di Miller. La pianta può essere classificata secondo diversi criteri: per conformazione (cespugliosa, sarmentosa, nana), per dimensione (contenuta o vigorosa), e per tipo di sviluppo. Le piante a sviluppo indeterminato presentano un fusto che cresce indefinitamente, come il San Marzano e necessitano di sostegni. Le piante a sviluppo determinato, hanno crescita interrotta da un’infiorescenza apicale.

Il pomodoro è una pianta erbacea annuale, coltivata in Italia da marzo a ottobre. Il fusto e le foglie sono pubescenti, poiché ricoperti da corti peli ghiandolari contenenti oli essenziali, i quali rilasciano un odore caratteristico. I semi sono numerosi, di colore giallo-grigiastro.

Da questi, insieme alle bucce (considerati scarti) è possibile estrarre un olio ricco di acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi. Il frutto del pomodoro è una bacca verde di dimensioni e forma variabili, che al momento della maturazione assume una colorazione rossa o gialla secondo la varietà.

La sua struttura comprende un epicarpo liscio (buccia), un mesocarpo carnoso e un endocarpo suddiviso in logge o loculi, pieni di succo denso, contenente i semi. Ogni pianta è in grado di produrre da 10.000 a 15.000 semi!

La composizione media del frutto prevede una percentuale di polpa e succo pari al 95-96%, di buccia dell’1-2% e di semi del 2-3%. In media, 100 grammi di pomodoro fresco contengono: 94,1% d’acqua, 2,9% di carboidrati, 0,2% di grassi, 1,0% di proteine, 1,8% di fibre e circa 100 kJ (20 kcal).

Le principali frazioni chimiche del frutto comprendono: 40-60% di zuccheri, 4-10% di acidi, 15-20% di proteine ed amminoacidi, nonché elementi minerali, vitamine, pigmenti. Questo ortaggio, considerato simbolo dell’identità agroalimentare italiana, tuttavia è originario del Sud America, in particolare delle regioni tropicali e sub-tropicali del Perù e dell’Ecuador. In queste aree è ancora possibile trovare specie selvatiche dai frutti piccoli, simili per caratteristiche a quelle attualmente coltivate (tipo Cherry -pomodorino ciliegia). Dal Messico, la pianta del pomodoro fu introdotta in Spagna e successivamente, attraverso il possedimento spagnolo di Napoli, giunse anche in Sicilia. Infatti, in queste regioni si trovano le più antiche ricette italiane a base di pomodoro.

Giova precisare che fino al 1880 tale coltura non era ancora diffusa tra le abitudini alimentari del mondo contadino; fu Parma a diventare una delle zone di maggiore coltivazione e successivamente, grazie al contributo della Regia Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari, si assisterà all’avvento dell’industria di trasformazione del pomodoro, che oggi rappresenta una delle più importanti realtà economiche italiane.

Secondo i dati Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali (A.N.I.C.A.V.) relativi alla campagna 2024, l’Italia si è confermata il terzo Paese trasformatore di pomodoro a livello mondiale, dopo Cina e Stati Uniti. La produzione nazionale di pomodoro da industria ha raggiunto i 5,3 milioni di tonnellate, registrando una leggera riduzione del 2,5% rispetto al 2023. Secondo le stime per la campagna 2025, l’Italia prevede un aumento della produzione di pomodoro da industria, con un incremento del 6% rispetto al 2024, raggiungendo circa 5,6 milioni di tonnellate.

Articolo di Andrea Russo | cura il canale YouTube “Il divulgatore Gastronomico”